Conte: Riforme? Vogliono stravolgere la Costituzione

Il governo crea le premesse per una nuova Tangentopoli in tutto il Paese

“Si stanno creando le premesse di una nuova stagione di Tangentopoli su tutto il territorio nazionale. E il governo sta sistematicamente indebolendo gli strumenti di contrasto alla corruzione in generale e ai reati dei colletti bianchi“. Sono le parole pronunciate nell’ultima giornata del 36esimo congresso nazionale dell’Associazione Nazionale Magistrati a Palermo dal presidente del M5s […]

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Travaglio sul Nove: De Luca su don Patriciello?

Fa monologhi come Kim Jong-un. 15 anni fa disse che voleva vedermi in un vicolo buio

Le parole di Vincenzo De Luca su don Patriciello? “I suoi monologhi mi ricordano quelli di Kim Jong-un. Quindici anni fa disse che voleva incontrarmi in un vicolo buio non so per fare che cosa, immagino per menarmi o per prenderle chissà… Non so come sarebbe finita!”. Così Marco Travaglio ad ‘Accordi&Disaccordi’, il talk politico […]

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Le Vespe Terese

L’editoriale di Marco Travaglio

Le Vespe Terese

Alla demenziale decisione della Schlein di duettare con la Meloni in quella che chiama TeleMeloni, legittimandola proprio nella sua quintessenza che è Porta a Porta, cioè TeleLingua, sono seguite le richieste altrettanto folli dei 5 Stelle e degli altri partiti a Bruno Vespa di inscenare anche per loro siparietti analoghi in nome della par condicio. Come se la par condicio non fosse irrimediabilmente violata proprio dal faccia a faccia fra la premier e la segretaria Pd a due settimane dal voto con l’incredibile avallo di Rai, Agcom e Vigilanza. Ci avevano già provato la Meloni ed Enrico Letta alla vigilia delle Politiche del 2022 e l’Agcom li aveva stoppati proprio in nome della par condicio, tant’è che traslocarono sul Corriere.it (dove fecero dormire tutti). Ora Meloni&Schlein la violano triplamente: perché, diversamente da Meloni&Letta nel 2022, si candidano alle Europee solo per finta; perché alle Europee si vota col proporzionale, ogni partito per conto suo senza coalizioni; e perché non c’è motivo di mettere a confronto due leader alla volta, né di partire con Meloni&Schlein, né di metterle in coppia fra loro e non con altri. Si dirà: valgono i voti delle Politiche. Ma allora con la Meloni dovrebbe duellare (si fa per dire) Letta: nel 2022 la Schlein non solo non era segretaria del Pd, ma neppure iscritta. Se Vespa, alla vigilia delle elezioni del 2013, avesse seguito l’ordine di quelle del 2008, avrebbe invitato B.&Veltroni, salvo poi scoprire dalle urne che i primi due partiti appaiati erano Pd e M5S, che nel 2008 non esisteva e cinque anni dopo balzò da zero al 25,5%. E, se valessero i voti del 2022, sarebbero esclusi Stefano Bandecchi, Cateno De Luca e Michele Santoro.

Quindi la graduatoria vespiana dei leader si basa sui sondaggi? Ma, se così fosse, il leader con più consensi dopo la Meloni è Conte, che stacca sempre la Schlein di 5 o 6 punti. Ma sarebbe assurdo basarsi su dati tanto aleatori. L’unica soluzione equa è sorteggiare le coppie e l’ordine di apparizione. Ma poi, se il numero dei leader è dispari, quello rimasto da solo con chi si confronta: con un cartonato? Con uno specchio? Con un avatar di ChatGpt? Di tanta assurdità si erano accorte persino Meloni e Schlein che, prevedendo un veto dell’Agcom, s’apprestavano ad aggirarlo su Instagram, nel Far West dei social. Invece l’Agcomica ha dato l’insperato ok. Da qualunque lato lo si guardi, il duetto delle due Vespe Terese è una sconcezza contro ogni regola e decenza. E i leader esclusi farebbero bene a non prestarsi come foglie di fico a legittimarlo replicandolo in scala minore nelle serate successive. Lo sketch delle due finte candidate deve rimanere un unicum nella storia, come il Gronchi rosa per i filatelici: un reperto di TeleRegime a imperitura memoria.

 

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Pizzini aretini

L’editoriale di Marco Travaglio

Pizzini aretini

L’altro giorno abbiamo letto il solito pezzo fantasy del Foglio, “Un Loft in Rai per il Fatto quotidiano” e ci siamo domandati chi sarebbe stato così fesso da crederci. La risposta è arrivata a stretto giro: Maria Elena Boschi che, per via dell’occhio acuto, è vicepresidente della Vigilanza. E, in un’amorevole intervista di Giovanna Vitale su Repubblica (manca solo la domanda “Ma come fa a essere così brava?”), riesce addirittura a superare i suoi classici standard di sagacia. 1) Scopre che la Rai acquista anche format esterni (gli amici Lucio Presta, Simona Ercolani &C. le nascondono proprio tutto), anzi uno solo: La confessione di Peter Gomez, prodotta dalla nostra Loft e andata in onda su Rai3 per meno di due mesi in 7 puntate dai costi irrisori (fra l’altro nel 2024, mentre la tapina parla del bilancio 2023). 2) “I conti della società Seif, proprietaria del Fatto quotidiano, si reggono sui programmi venduti da Loft. Non lo dico io: è scritto nell’ultimo bilancio”. Quindi la poverina non sa leggere o non capisce ciò che legge: nell’ultimo bilancio i ricavi Seif si reggono sui contenuti media (tra cui Loft) per l’8,59% e sui prodotti editoriali (Fatto, sito e libri PaperFirst) per l’80,71%. 3) “Loft potrebbe far cassa grazie alla Rai e salvare il giornale… e Travaglio… dal possibile fallimento… con soldi dei contribuenti”. Il che detto, da una delle massime esperte mondiali di fallimenti (dal Pd renziano alla Banca Etruria mirabilmente amministrata da suo padre alla sua schiforma costituzionale, molto apprezzata in Niger), è uno spottone alla solidità dei nostri conti, peraltro migliorati del 45% dal 2022 al ‘23.

4) Lubrificata dalla ficcante domanda “È la ragione per cui Travaglio insiste col dire che non c’è alcuna occupazione militare della Rai, che la destra sta facendo quello che ha fatto la sinistra?”, la ex lobbista di Etruria sostiene che io sarei in “conflitto d’interessi” perché il Fatto “non esprime mai una critica verso la Rai dell’era Meloni”, anzi “Travaglio usa i guanti di velluto, arriva proprio a difenderla”. A parte la rubrica Cinegiornale Luce sulle marchette dei tg Rai e le centinaia di commenti di Padellaro, Valentini, Lerner, Crapis, Delbecchi giù giù fino al sottoscritto che ha appena definito i vertici meloniani “mix di servilismo e stupidità”, “così fessi da sembrare censori anche le rare volte in cui non lo sono”. Il che conferma che la nota aretina non sa leggere o non capisce ciò che legge, o entrambe le cose. Però è dotata di notevole humour: sennò non accuserebbe gli altri di lottizzare la Rai, avendola i renziani occupata al 100% nel 2014-‘19 e seguitando a occuparla in tante caselle chiave, dalla presidenza della Soldi al Tg3 di Moiro Orfeo, ora che non li vota più nessuno.

 

E non accuserebbe uno dei rari giornali di opposizione di non opporsi abbastanza mentre lei e tutta Iv si alleano con le destre in mezza Italia, votano le loro peggiori porcate e si astengono sul premierato. È spiritosa almeno quanto Repubblica, che grida un giorno sì e l’altro pure alle censure altrui avendo un direttore appena sfiduciato per aver mandato al macero 100 mila copie nottetempo per far sparire un articolo che pensava sgradito al padrone. 5) “Loft pare stia trattando con la Rai per la vendita di altri programmi”. E qui, dobbiamo confessarlo, la signora in giallo di Laterina ci ha sgamati. Dopo aver rifiutato per anni qualsiasi proposta di condurre tg e programmi Rai per via della lottizzazione, abbiamo appena rotto gli indugi, concordando coi vertici Rai un palinsesto tutto Fatto, dall’alba al tramonto: roba da far impallidire TeleRenzi e TeleDraghi, dove Pd&Iv piazzavano i meglio fichi del gruppo Espresso & Gedi, uscieri inclusi, come presidenti, direttori, conduttori, rubrichisti e ospiti fissi. Io dirigerò il Tg1 e vi trasferirò la nostra squadra di inchiestisti, perché la Meloni ha molto apprezzato i nostri scoop sui suoi Sgarbi, Santanchè, Lollobrigida, Crosetto, Corsini e la sua nuova villa con piscina. Gomez andrà al Tg2, per rilanciarli da par suo. La Lucarelli guiderà il Tg3: i vertici Rai hanno adorato i suoi colpacci su Montesano a Ballando e sulle marchette sanremesi alle sneakers di Travolta. Molti i talk show: Maddalena Oliva su gender e diritti delle donne; Silvia Truzzi su premierato e autonomia; Montanari e Lerner sul ritorno del fascismo e i migranti perseguitati; Basile, Fini, Mini, Orsini e Spinelli sulla geopolitica e i disastri meloniani da Kiev a Gaza; Lillo e Barbacetto sulle schiforme giudiziarie con Caselli, Davigo ed Esposito; la Ranieri sull’egemonia culturale della destra. Sommi rileverà Porta a Porta da Vespa, ormai inviso ai Melones per l’aggressività del suo giornalismo investigativo. Natangelo, venerato da Giorgia e soprattutto da Arianna e Lollo per le vignette sul lettone, avrà un programma di satira con Mannelli, Vauro e Disegni. Scanzi andrà in prima serata con lo spettacolo La Sciagura. Inutile precisasre chi saranno il presidente e l’ad di TeleFattoMeloni: Antonio Padellaro e Cinzia Monteverdi.

Molti lettori ci scrivono di non farci intimidire dai pizzini boschiani, e vogliamo rassicurarli: non ci sono riusciti B., Previti, Dell’Utri&C., figurarsi questa. Altri ci invitano a querelarla e ne faremmo volentieri a meno, visto che i renziani votano regolarmente l’impunità agli altri e gli altri la votano a loro. Ma a nessuno è consentito di mentire sui bilanci di un gruppo quotato in Borsa. Quindi ci vedremo nell’habitat che più le è congeniale: il tribunale.

 

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