Dov’è Mario? – Il Fatto Quotidiano

L’altra sera, mentre tg e talk rilanciavano l’ennesima fake news americana dell’invasione russa dell’Ucraina (ancora rinviata causa bel tempo), eravamo tutti col fiato sospeso in attesa del Verbo. Ora – ci dicevamo – parla Draghi, nuovo Salvator Mundi, e mette in riga quel tamarro di Putin. Stiamo parlando dell’Uomo che “può imporsi come nuovo leader europeo” (Domani), a cui “la Merkel lascia il testimone della guida della Ue” (Stampa), “lo ama” (Libero) e gli dice “Sei tu il capo dell’Europa” (Riformista), tant’è che “Draghi è l’Europa” (Foglio), “incoronato leader europeo” (Giornale), dunque “ha un piano per comandare in Europa” (Libero), “è il faro del dopo Merkel” (Alan Friedman, Stampa), “fa sognare un miracolo europeo” grazie all’“amour fou di Parigi per Draghi” (Foglio), “riscrive le regole Ue” (Corriere), con la sola forza del pensiero stringe “patti” e crea “assi” con tutto l’orbe terracqueo, piega Paesi e continenti al suo “metodo”, alla sua “agenda”, al “fattore Draghi”, “indica la strada al G7” (Stampa), “guida la svolta del G20” (Messaggero), “punta a guidare la Nato” (Giornale), dirige “la svolta egiziana” (Rep), “smuove Pechino e Mosca con la tattica dell’empatia” (Corriere), è la “bussola tra Biden e Macron”, va “contro la fame nel mondo” (Stampa) e, già che c’è, spezza le reni agli “autocrati” (Rep), “allontana i turchi dalla Libia” (Verità), “si impone sui populisti” (Corriere), “li fa impazzire” (Foglio), “sfida i sovranisti” (Stampa), stipula con Biden un’“intesa atlantica” che “riunisce l’Occidente” (Rep), “Italia di SuperMario mai così centrale dai tempi di Cavour” (Varano, Dubbio), “quando parla Draghi tutti sono in ascolto e non succedeva da Ottaviano Augusto, perché supera anche leader regionali come Cavour e De Gasperi nel bene e come Mussolini nel male” (Brunetta), “ha fatto sognare il mondo” (Fabio Martini, Stampa).

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Vi pare che un tal pezzo d’uomo non sia in grado di fermare l’Armata Rossa? È vero che non riesce neppure a spegnere le scaramucce fra i partiti presunti alleati del suo governicchio alla frutta, ma queste sono miserie su cui nemmeno s’abbassa. Grande è stata la nostra delusione nel veder esternare tutti i leader e sottoleader del mondo, tranne uno: il Fenomeno. Forse deluso dall’esito della sua annunciata missione a Mosca, che in patria gli è valsa candidature al Nobel per la Pace, ma al Cremlino non ha suscitato neppure un plissé: manco un appuntamento nell’anticamera di Putin, o sotto il tavolone. E Biden chiama tutti, da Macron a Scholz, e si scorda proprioil Capo dell’Ue appena incoronato sul trono del Sacro Draghiano Impero. Perché non se lo fila nessuno? La risposta non può essere che una: hanno tutti troppa paura di Lui.

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