Barr Sport – Il Fatto Quotidiano

Ci stavamo affezionando all’idea di Conte agente putiniano, per la famigerata missione sanitaria russa del marzo 2020, di cui il Corriere svela “nuovi clamorosi retroscena”. 1) Prima d’atterrare a Pratica di Mare, i russi vollero “programmare i voli” e ci “indicarono aerei, comandanti” e date di sbarco (anziché invaderci con l’effetto sorpresa). 2) “Avvisarono il governo dell’intenzione di ‘bonificare’ dal virus le strutture pubbliche ottenendo il via libera” (anziché diffondere il Covid, volevano combatterlo, ma Conte li autorizzò lo stesso). Tipico caso di “attività di spionaggio”: non si sa cos’abbiano spiato, ma si sa che Conte è una quinta colonna del Cremlino. Per il Corriere. Per Rep invece è uno della Cia: “Nelle carte del Russiagate una cena tra Barr e Vecchione. Ma Conte non ne parlò mai”. Barr è il ministro della Giustizia Usa (responsabile dell’Fbi) che il 27 giugno 2019 fa chiedere a Conte dall’ambasciatore un consulto coi nostri 007 su eventuali agenti Fbi coinvolti nel Russiagate a Roma. Conte autorizza il capo del Dis Vecchione, che incontra Barr al Dis il 15 agosto (in piena crisi scatenata da Salvini) e poi il 27 settembre coi capi di Aise e Aisi, per dirgli di non avere notizie utili. Conte riferisce al Copasir e precisa di non aver mai visto né sentito Barr e di non averne mai parlato con Trump, che il 27 agosto twittò l’auspicio che “Giuseppi” restasse a Palazzo Chigi.

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Ma ora Rep rivela che, dopo l’incontro al Dis, Vecchione e Barr cenarono “in piazza delle Coppelle”. Ohibò: “Nuovi interrogativi. Sono andati? Cosa si sono detti davanti a un buon piatto e magari un bicchiere di vino? Conte sapeva della cena conviviale? È passato a salutare o era in vacanza? Ha davvero detto tutto al Copasir?”. Basterebbe chiederglielo, ma poi quello ribadirebbe di non aver visto Barr, noterebbe che non ha senso raccontare l’incontro al Dis per nascondere una cena di rappresentanza, e addio scoop. Meglio passare subito alle conclusioni di Bonini, che è più sveglio di Sherlock Holmes: “contorni opacissimi”, “uso politico borderline dei Servizi”, “Conte barattava un vantaggio personale (l’endorsement da Trump)”, la sua “permanenza a Chigi, in cambio di un incongruo scambio di informazioni”. Quindi il 27 giugno Conte autorizza l’incontro Barr-Vecchione prevedendo che l’8 agosto Salvini aprirà la crisi e il 27 agosto, per restare premier col Pd, gli servirà un tweet del nemico pubblico n. 1 dei dem. Sia come sia, Giuseppi è un servo degli Usa. Anzi no: Bonini ricorda che, dopo “l’invasione russa dell’Ucraina, Conte arriccia il naso di fronte all’“atlantismo oltranzista’”. E torna putiniano. Elementare, Basaglia. Anzi, Sordi: “Signor colonnello, accade una cosa incredibile: i tedeschi si sono alleati con gli americani!”.

Sorgente: Barr Sport – Il Fatto Quotidiano

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