Stasera, dopo i ballottaggi, tutti lacrimeranno sull’astensionismo, la distanza fra Paese e Palazzo, l’esigenza di radicarsi sui territori, uscire dalle Ztl, frequentare le periferie, parlare con gli ultimi, sennò arrivano i fascisti. Non se ne può più, basta, pietà. Certe prefiche non si possono più sentire, soprattutto se hanno l’aria dei passanti anziché dei colpevoli. Se ha tempo da perdere, può attaccare quella pippa chi non ha mai avallato governi tecnici o ammucchiate contro natura per impedire o ribaltare il nostro voto. Chi l’ha fatto anche solo una volta (appresso a Monti, Letta, Renzi e Draghi) abbia il buon gusto di tacere: a furia di proclamare che l’elettore non conta nulla, quello non vota. Quanto al babau del fascismo alle porte, Grillo li aveva avvertiti nel 2013: “Molti nostri avversari non capiscono che il M5S è un argine democratico contro fascisti e razzisti. Con la crisi, le ideologie son pronte a tornare. Anche il nazismo e il fascismo non scompaiono mai. Io ne sento l’odore da lontano ed è il momento del loro grande ritorno. Quando ci sono pesanti crisi economiche e politiche, la gente rispolvera le parole d’ordine più facili e comprensibili. Se uno dice ‘basta immigrati’ ha un seguito immediato. Le Pen in Francia, la destra in Ungheria… In Europa stanno nascendo destre violentissime che fanno leva sui sentimenti e i luoghi comuni più irrazionali… Non bisogna lasciare spiragli a queste forze”. Lo ripete da tempo Bersani, con la sua mucca nel corridoio.
Invece l’establishment e i partiti gregari hanno pensato di esorcizzare la rivolta anti-élite con paroloni inutili (populisti-sovranisti), golpe bianchi, accrocchi trasformistici, demonizzazione del dissenso e omologazione totale, senz’accorgersi di regalare milioni di voti all’astensione o alle peggiori destre, che poi s’illudevano di cavalcare o comprare per un piatto di lenticchie. Hanno massacrato i 5Stelle anche se nei due governi Conte han fatto cose ottime, anzi proprio per questo. Col risultato di ingrassare prima Salvini e poi Meloni, mentre nemmeno un elettore perso dal M5S è tornato al Pd: tutti astenuti. Ma meno gente vota e meglio è: purché quei pochi votino bene. Ora l’ultima trovata del draghismo è investire sulla compagnia della buona morte dimaiana per far fuori Conte e magari fabbricarne una giorgettiana nella Lega per eliminare Salvini. Ideona: ingolosire gli elettori riottosi con una dozzina di partiti tutti uguali, tutti di centro, tutti con lo stesso programma rigorosamente senza idee, indistinguibili se non dal nome (Pd, Fi, Giorgettiani per Draghi, Dimaiani per Draghi, Azione per Calenda, Iv per Bin Salman e altri centrotavola). E poi stupirsi se la gente fugge dai seggi. E vomita.
Sorgente: O Pomì o Pomì – Il Fatto Quotidiano
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