Sabino il vucumprà – Il Fatto Quotidiano

Speriamo che Giorgia Meloni sappia nuotare, vista la cascata di bava e saliva che la inonda e che affogherebbe pure Gregorio Paltrinieri. “Una fuoriclasse” (C. De Gregorio, Rep), “sano pragmatismo”, “principio di realtà”, “responsabilità”, “ortodossia” senza l’“armamentario ideologico del sovranismo” (Verderami, Corriere), “un bel discorso, si può dire?” (G. Tortora), “una bella sorpresa: il sovranismo col loden” (rag. Cerasa) e via leccando. Ma le auguriamo anche di saper distinguere chi la stima veramente da chi prima lusinga e poi passa alla cassa. Tipo Sabino Cassese, anzi Incassese, illustre piazzista di una nidiata di allievi, perlopiù consiglieri di Stato che, a suo avviso, devono diventare capigabinetto o capiufficio legislativo dei ministeri per diritto divino, in barba al conflitto d’interessi di chi scrive le leggi e le fa giudicare dai colleghi. L’emerito Sabino fa sempre così. Nel 2018 esaltò le “qualità personali” del neopremier Conte e, quando quello nominò suo segretario generale il consigliere di Stato Roberto Chieppa, esultò per “l’elemento di continuità” garantito “meglio del precedente governo”. Gli disse: “Sei meglio di Gentiloni”. Poi purtroppo Conte declinò i suoi amorevoli consigli sulle nomine e, quel che è peggio, licenziò il presidente della Consob Mario Nava, protegé di Cassese, la cui nomina era stata irregolare. Incassese iniziò a strillare alla lottizzazione, come lui chiama lo spoils system quando si nomina chi non vuole lui. Giorgio Meletti scrisse che Nava aveva appena archiviato e segretato un procedimento a carico di Tim, difesa dall’avvocato Cassese. Ma ovviamente era una combinazione. Com’era una coincidenza che Cassese sedesse nel Cda di Atlantia, ne fosse uscito con 700 mila euro e poi difendesse i Benetton da Conte che voleva cacciarli da Autostrade dopo la strage del ponte Morandi.

Da “meglio di Gentiloni”, Conte divenne “pirata”, “usurpatore” con “poteri illegali”, paragonato financo a “Orbán” per la proroga dello stato d’emergenza in pandemia, che invece si tramutò in capolavoro di democrazia le tre volte che lo prorogò Draghi (che, diversamente da Conte, aveva i ministeri pieni di Cassese Boy). Quando li firmava Conte, non gli stavano bene neppure i Dpcm: “Sono illegali, saranno bocciati dalla Consulta”. Poi purtroppo la Consulta li confermò, ma lui riuscì a dedurne che Conte aveva torto anche se aveva ragione. Ora il gioco dell’oca riparte dal via con Meloni. Cassese plaude al suo presidenzialismo e al suo discorso: “solido orizzonte ideale e robusta collocazione internazionale: l’orizzonte ideale è quello della Costituzione, di tipo liberale, democratico e antifascista” (testuale, La Stampa). Poi passerà alla cassa. Ehi, Giorgia, vu cumprà?

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