Taranto, esplode una catasta di legno durante festeggiamenti di San Giuseppe: diversi feriti, anche bambini – Video – Il Fatto Quotidiano

Una esplosione ha devastato i festeggiamenti per San Giuseppe a Taranto. Alla periferia del quartiere Tamburi, sotto le imponenti costruzioni dell’ex Ilva che coprono i parchi minerali, una catasta di legno sistemata abusivamente dai alcuni residenti è letteralmente esplosa non appena qualcuno provato ad accendere il fuoco. Immagini devastanti e che hanno fatto immediatamente il […]

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Berlino avverte Putin: “Se entra in Germania lo arrestiamo, reagire ai crimini in Ucraina”

Il ministro della Giustizia tedesco Marco Buschmann ha accolto con favore il mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale contro il leader russo, assicurando che sarà sicuramente eseguito se Putin mette piede in Germania.

Chiunque fomenti una sanguinosa guerra, come ha fatto Putin, dovrebbe risponderne in tribunale e se il Presidente russo dovesse arrivare in Germania sarebbe arrestato immediatamente”, così il ministro della Giustizia tedesco Marco Buschmann ha accolto con favore il mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale contro il leader russo, assicurando che sarà sicuramente rispettato in Germania. “La soluzione migliore è che ci sia un rinvio a giudizio davanti alla Corte Penale Internazionale. Il mandato d’arresto emesso oggi è un importante segnale in questo senso.Noi siamo tutti uniti dalla volontà di reagire con decisione ai terribili crimini in Ucraina” ha aggiunto Buschmann, invitando il Tribunale ad inviare rapidamente gli atti all’Interpol (l’autorità di polizia internazionale) e agli Stati aderenti per “chiedere loro l’immediata esecuzione del provvedimento”. “Mi aspetto che la Corte penale internazionale invii rapidamente il mandato all’Interpol e agli Stati aderenti e chieda loro di farlo rispettare. La Germania, quindi, sarebbe obbligata ad arrestare il presidente Putin e consegnarlo alla Corte penale internazionale se entrasse in territorio tedesco”, ha detto Buschman in un’intervista all’edizione domenica del quotidiano Bild. Considerazione condivide anche dal cancelliere Olaf Scholz ch ha accolto con favore la decisione del Tribunale  spiegando che “Nessuno è al di sopra della legge”

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I ferri e i bronzi – Il Fatto Quotidiano

Se esistesse una Corte penale internazionale per le facce di bronzo, si aggiudicherebbero subito un processo con condanna incorporata Biden, Zelensky e il procuratore della Corte penale internazionale dell’Aja, l’inglese Karim Khan. Questo per aver firmato il mandato di cattura contro Putin, gli altri due per averlo elogiato. Non che Putin, con le sue truppe, non abbia commesso crimini nelle guerre di Cecenia, Georgia, Siria e Ucraina. Ma, a parte la violazione dell’immunità garantita dal diritto internazionale ai capi di Stato in carica, è ridicolo che di quelle guerre – le prime tre vecchie di 20, 15 e 8 anni – la Corte si accorga solo ora (forse perché quelle in Cecenia e in Siria facevano comodo all’Occidente contro il comune nemico islamista). Ed è ancor più comico che le guerre siano crimini contro l’umanità se le fa Putin e passeggiate di salute se le fa la Nato. Sul banco degli imputati dovrebbero sedere tutti i governanti che hanno scatenato guerre contro il diritto internazionale e l’Onu: anche quelli Nato che aggredirono la Serbia nel 1999, l’Afghanistan nel 2001-’21, l’Iraq nel 2003-’11 e la Libia nel 2011. E poi i democraticissimi presidenti ucraini Poroshenko e Zelensky per i crimini commessi in Donbass da truppe regolari e milizie neonaziste contro le popolazioni russofone dal 2014, in barba ai due accordi di Minsk su cessate il fuoco e autonomia di Lugansk-Donetsk: crimini puntualmente denunciati da Onu, Osce e Amnesty.

Ecco perché i governi di Usa, Russia e Ucraina si guardano bene dal riconoscere la Corte: per non finirci imputati. Ma, se ora la Corte processa anche un governo che non la riconosce, perché la sua legge non vale per tutti e non vengono spiccati mandati d’arresto per Biden, Obama, Bush jr., Clinton e i loro euroservi, da Blair e B., oltre a Poroshenko e Zelensky? Risposta ovvia. La mossa del procuratore britannico non è giustizia: è politica, la peggiore. Appena per l’Ucraina si affaccia una proposta di negoziato, il trio Nato-Usa-Uk la boicotta con una provocazione. La strage russa di Bucha (analoga a centinaia di eccidi fatti dai “nostri” in Serbia, Afghanistan e Iraq) fu usata per stoppare le trattative russo-ucraine in Turchia. Le aperture di Zelensky sulla neutralità di Kiev e la Crimea furono stroncate dal no secco di Stoltenberg. Poi ci furono le balle di Zelensky sul missile russo (in realtà ucraino) caduto in Polonia. Ora serviva un sabotaggio prêt à porter contro la missione cinese e zac! Putin è diventato un paria ricercato in tutto il mondo. Anzi, solo nei Paesi che riconoscono la Corte dell’Aja. Se per lui le cose si mettessero male in patria, il tiranno russo potrebbe sempre rifugiarsi in Ucraina o negli Stati Uniti: lì i criminali di guerra sono sempre al sicuro.

Sorgente: I ferri e i bronzi – Il Fatto Quotidiano

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