Vita da Carlo

L’editoriale di Marco Travaglio

Vita da Carlo

Dite quel che volete, ma Carlo Calenda è un grande. Partito da Ferrari, Sky, Confindustria e Interporto Campano (tutto vero) coi risultati a tutti noti, entrò in politica con Italia Futura di Montezemolo che ne stava uscendo senza esservi mai entrato. Poi si candidò con Monti e fu trombato. Nel 2013 lo raccattò Letta come viceministro dello Sviluppo, e Renzi lo lasciò lì, ma due anni dopo lo paracadutò in Ue come rappresentante permanente dell’Italia. Durò due mesi, che per i suoi standard sono un’eternità, poi fu rimpatriato e promosso ministro. Scortò Renzi al Forum putiniano di San Pietroburgo per giurare che Mosca (già sotto sanzioni per la Crimea) era amica nostra: “Nessuna grande azienda italiana ha mai chiuso bottega in Russia, è un segno di amicizia. Qui ci sono tutte le grandi aziende, il premier, il ministro, le associazioni economiche, le banche. Più di così non potevamo portare, dovevamo traslocare il Colosseo!”. Ora dà la caccia ai putiniani. Confermato da Gentiloni, nel 2018 lasciò il ministero con la brillante operazione Mittal per l’Ilva. Si iscrisse al Pd (“Non servono nuovi partiti”) giusto in tempo per farsi eleggere eurodeputato nel 2019, poi mollò il Pd e fondò Azione (servono nuovi partiti). Si candidò a sindaco di Roma, furioso perché il Pd non lo appoggiava e arrivò terzo. Poi a ogni Amministrativa s’impegnò per far perdere il Pd. Visti i flop, disse che era colpa degli elettori che votano sempre centrodestra o centrosinistra e mai lui.

 

Nel 2022 si allea con Letta per cinque giorni, poi lo pianta all’altare e si mette con Renzi per il famoso Terzo Polo (sesto su sei). Divorzia anche da Renzi e vota le porcate del governo Meloni contro il Rdc e la giustizia. Ma per far perdere il centrosinistra gli va bene pure Renzi: vedi la geniale operazione Soru in Sardegna. In Abruzzo i due sfollagente capiscono che fanno più danni appoggiando i progressisti a insulti, e così fanno. Calenda dice peste e corna di Meloni, Schlein e Renzi che si candidano alle Europee, ma ora fa capire che si candida pure lui perché lo fanno gli altri. In Basilicata cede Azione in franchising alla famiglia Pittella e si dice pronto a sostenere la destra di Bardi. Pd e M5S scelgono il loro candidato e Conte preferisce lasciare Calenda a destra. Ma lui si mette a strillare: han fatto un tavolo senza invitarmi, Conte ha messo il veto su Azione, vergogna! Ci teneva a essere invitato al tavolo per farlo saltare. E nei commenti dei social è già leggenda: “Mamma, Ciccio mi tocca! Toccami Ciccio!”. “Oggi Pirandello è declassato ad autore minore”. “Mi ricorda Il ragazzo di campagna, quando Pozzetto rimane chiuso nel cassone di un camion e picchia i pugni da dentro urlando ‘Vi siete chiusi fuori!’”.

 

Sorgente ↣ : Vita da Carlo – Il Fatto Quotidiano

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