L’editoriale di Marco Travaglio
Trova l’intruso
A furia di esclusi e di intrusi, la Festa della Liberazione somiglia sempre più al Famo Casino Day. Eppure il senso del 25 Aprile è piuttosto semplice: 79 anni fa a domani il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia lanciava l’insurrezione generale in tutte le parti del Paese occupate dai nazifascisti, ordinando ai partigiani del Corpo volontari della libertà di attaccarli e costringerli alla resa prima dell’arrivo degli anglo-americani. La liberazione del Nord Italia avvenne nei giorni seguenti fino al 2 maggio, giorno della resa nazifascista agli Alleati. Che c’entrano oggi le pur sacrosante proteste contro i crimini di guerra israeliani contro i palestinesi a Gaza? Alla Resistenza contro il nazifascismo contribuì la Brigata Ebraica, inquadrata nell’esercito britannico col vessillo azzurro e bianco e la Stella di Davide: 5 mila volontari ebrei giunti dalla Palestina e dall’Europa per combattere i nazifascisti in Toscana e in Emilia-Romagna. Intanto il leader palestinese Haj Amin al-Husseini, Gran Muftì di Gerusalemme, alleato e fan di Hitler e Mussolini, arruolava SS musulmane. Ora, paradossalmente, alcuni attivisti filopalestinesi vorrebbero sfilare il 25 Aprile e pure escludere la Brigata Ebraica (“Fuori i sionisti”). Che cos’è, uno scherzo?
Lo stesso cortocircuito riguarda l’Ucraina, che qualcuno vorrebbe imbucare al 25 Aprile per il terzo anno consecutivo. Purtroppo la Liberazione dal nazifascismo sarebbe stata impossibile senza il tributo di sangue pagato dall’Unione Sovietica (28 milioni di morti) per respingere la Wehrmacht, che invece fu accolta come liberatrice in Ucraina, trovandovi migliaia di collaborazionisti pronti a rastrellare, depredare e deportare gli ebrei nei lager, guidati dal criminale di guerra nazionalista Stepan Bandera, collaborazionista delle SS ed eroe nazionale venerato tuttoggi. Prima di invitare delegazioni ucraine, è il caso di ricordare il sacrificio dei russi, anzi dei sovietici. Lo stesso vale per chi sogna un “25 Aprile con la Nato”, che però nacque nel 1949 contro l’Urss che aveva combattuto Hitler molto più di tanti Paesi Nato. Poi c’è il folklore della politichetta nostrana. Pare che da un palco parlerà il padre di Ilaria Salis: ma i partigiani combattevano i nazifascisti armati fino ai denti. E pare che da molti palchi si declamerà l’ormai celebre monologo di Scurati: ma i partigiani rischiavano la pelle, non il cachet. E combattevano per la libertà, non per rimpiazzare i lottizzati Rai di destra con quelli del Pd. L’unica analogia fra il 1945 e il 2024 è una nota a margine di Winston Churchill: “Bizzarro popolo, gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti, l’indomani 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti…”.
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Trvaglio scrive “TUTTOGGI.” E’ un refuso o una trascuratezza?