L’editoriale di Marco Travaglio
El Drito colpisce ancora
Nella sua rubrica sul sito del Corriere, il sempre acuto Polito el Drito commenta da par suo la truffa edilizia subita da Rocco Casalino, responsabile comunicazione dei 5Stelle. Che, se non se l’è cercata, se l’è quantomeno meritata. Casalino ha denunciato una ditta che, dopo aver incassato 41 mila euro più Iva per ristrutturare casa sua, è sparita senza finire i lavori. E questo, secondo il sagace ex deputato della Margherita ed ex direttore del Riformista, non è colpa degli eventuali truffatori, ma “una nemesi di alcune idee chiave che il movimento fondato da Casaleggio e Grillo ha introdotto nella nostra cultura”: un “insuccesso principio ‘uno vale uno’, perché purtroppo le ditte sono tutte uguali”. Ecco, se Casalino non fosse un grillino, si sarebbe “fatto consigliare da un esperto del settore”: invece ha seguito l’“uno vale uno” di Casaleggio e s’è messo in casa una manica di truffatori. Naturalmente Casaleggio non ha mai teorizzato simili scemenze. Il suo “uno vale uno” è la riedizione postmoderna del principio democratico “una testa un voto”, che nella sua utopia di un percorso lungo e graduale verso la democrazia diretta restituisce al cittadino il ruolo centrale che aveva nell’Atene di Pericle, valorizzando il suo voto e le sue proposte sulla nuova agorà: il web. Lì “uno vale uno”, con pari opportunità di partenza, ma l’uno non vale l’altro: anzi, al contrario, è proprio dagli scambi orizzontali di idee che chi propone le migliori può emergere verticalmente sugli altri, senza i favoritismi, i familismi, le tessere, le lobby e le cooptazioni che bloccano o incrostano in Italia l’ascensore sociale.
Leggere Casaleggio non è obbligatorio, ma prima di giudicarlo aiuta: sennò si fa la figura del Polito. Che non ha mica finito, eh no. Siccome la figlia di uno dei titolari della ditta denunciata da Casalino “è una nota influencer”, ecco smascherato il secondo peccato originale dei 5Stelle: “l’illusione della democrazia del web dove la notorietà viene scambiata per qualità” (quando basta la presenza di Polito sul web per segnalare l’abissale distanza fra notorietà e qualità). Quindi, subornato da Casaleggio, Casalino è accusato di aver scelto la ditta sia perché era sconosciuta sia perché era famosa. E non basta: “Resta da sperare che Casalino o la sua ditta non abbiano fatto ricorso a bonus edilizi”, sennò – nota l’astuto Polito – “si tratterebbe davvero di un contrappasso dantesco per uno dei pentastellati più noti”. Se ne deduce, nella speciale logica politiana, che i pensionati falsi invalidi e i finti disoccupati che lavorano in nero sono colpa dello Stato sociale. E l’evasione fiscale è colpa di chi ha inventato le tasse. Ora si spera che nessuno truffi Polito el Drito: altrimenti, invece di denunciare il truffatore, è capace di chiedere i danni ai 5Stelle.
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