Storie benedette

L’editoriale di Marco Travaglio

Storie benedette

Sarà per la Q di Cinque minuti a forma di preservativo, sarà per il clima ilare da rimpatriata fra compari, ma la slinguata di Bruno Vespa a Chico Forti nel carcere di Verona ci ha commossi. In fondo siamo un po’ tutti condannati: il surfista ergastolano è in carcere da 24 anni per omicidio premeditato, noi invece ne abbiamo già scontato 28 anni di Porta a Porta senz’aver ammazzato nessuno. Ma è bello avere un governo che predica la “certezza della pena”, fa manganellare i contestatori in piazza, fa arrestare i giornalisti che li raccontano e inventa nuovi reati contro chi balla nei rave party, poi si fa propaganda elettorale con un assassino. E, se si muove Vespa in carne e lingua, vuol dire che l’omicidio paga e porta voti. “Buonasera, Chico, finalmente. Come sta?”. Benone, perché “il carcere a Miami è basato totalmente sulla punizione”, “il principio è che se ti trovi in carcere vuol dire che qualcosa hai fatto e meriti di essere punito” (ma va?). Infatti, per dire, l’hanno rimpatriato senza “neanche i calzini”. Invece in Italia “ho conosciuto valori umani che non trovavo da 24 anni”. In quello che il governo e dunque Vespa dipingono come un inferno giustizialista, l’omicida vola su un Falcon a spese nostre per la modica cifra di 135 mila euro, è accolto dalla premier e naturalmente l’ergastolo è finto. Sono i nostri “valori”. “A Rebibbia e qui mi hanno accolto come un re”: è o non è l’assassino preferito dalla Meloni e dunque da Mediaset (o viceversa)?

Uno gli dice: “C’è il comandante che vuole parlarle” e “ho pensato che fosse uno del penitenziario”. Invece è Schettino, quello che se la svignò dalla Costa Concordia mentre la nave affondava con 32 persone. Lo chiamano ancora “comandante” e incredibilmente è ancora dentro, anziché in qualche lista per le Europee. “Mi ha detto: ‘Chico, sei il mio eroe’. E io, lì, feci qualche pensiero”. Tipo che Paese di merda è l’Italia? Non ne ha avuto il tempo, perché all’eroe hanno organizzato “una spaghettata all’amatriciana”, trattamento tipico per ogni detenuto italiano: perciò si suicidano in tanti (preferiscono la cacio e pepe). Mentre Vespa se lo lecca tutto, uno immagina le domande di Franca Leosini a Storie maledette: qualche lume sulla sua calibro 22 o sulle sue balle per depistare le indagini sull’omicidio di Dale Pike sulla spiaggia di Miami. Invece Vespa chiede dello “sguardo della madre” e di “come si vive l’ergastolo nella convinzione di essere innocente”. Poi il momento spot: “Il suo rapporto con Giorgia Meloni che si è battuta tanto per lei?”. Il sant’uomo la chiama “Giorgia” e racconta che gli telefonò dalla Casa Bianca accanto a Biden (convinto probabilmente di parlare con Zelensky). Gran finale: “Tornerà a fare surf?”. Stessa spiaggia, stesso mare.

Sorgente ↣ : Storie benedette – Il Fatto Quotidiano

 

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