L’editoriale di Marco Travaglio
Tutto in una notte
Che notte, l’altra notte. Non sarò precisissimo, perché dinanzi alla tv alternavo momenti vigili ad altri di sonno e dormiveglia e non saprei distinguere cosa è accaduto e cosa ho sognato. Ero partito con È sempre Cartabianca, perché adoro la Berlinguer, ma soprattutto Mauro Corona e i suoi amici al bar, Nonna Silvi e suo nipote. E non potevo perdermi le sensazionali rivelazioni della presunta dottoressa, consulente ministeriale, influencer e puerpera Boccia. Che però, purtroppo, salita da Pompei a Roma negli studi Mediaset per dare un’intervista, ha scoperto tutt’a un tratto di dover dare un’intervista ed è fuggita a gambe levate perché erano previste financo delle domande. E lì si è discusso della non-intervista della non-tutto: una nota giornalista progressista chiamava la Boccia “imprenditrice” e ne difendeva la dignità di donna, gravemente lesa dalla Meloni che la chiama “questa persona” anziché “questa cosa” e da chi osa insinuare che fosse financo l’amante di Genny. Così riusciva a far sembrare attendibile persino Sallusti, che ne elencava le panzane sesquipedali. Poi devo essermi addormentato, perché la scena successiva era Sallusti che vinceva il premio Pulitzer.
Alle tre di notte la sveglia mi ha destato di soprassalto per lo storico confronto tv fra il vecchio bullo tutto pittato e la più giovane nullità piena di vuoto che si contendono la Casa Bianca. Lui contava balle grossolane sui migranti magnagatti, sulle elezioni perse nel 2020, sulla strage degli innocenti prima e dopo i parti. Lei contava balle raffinate sull’inflazione, l’immigrazione, i disastri di Biden (quindi suoi, anche se finge di non conoscerlo), la fuga ignominiosa da Kabul, la Russia che vuole invadere l’Europa e sparava supercazzole alla Schlein tipo l’“economia delle opportunità”, “la presidente di tutti gli americani”, la sanità pubblica quindi privata e Israele che ha “diritto di difendersi, ma ha ucciso troppi palestinesi” (fino a 40 mila va bene, ma ora sta un po’ esagerando). Poi devo essermi assopito di nuovo, perché mi è parso che quello di destra dicesse la verità sulla questione cruciale del pianeta, e cioè che la nullità e il suo Rimbambiden ci stanno trascinando nella terza guerra mondiale nucleare e la guerra in Ucraina va chiusa subito mettendosi a un tavolo con Putin e Zelensky, anzi con negoziati seri non sarebbe neppure iniziata. Invece quella di sinistra giurava “non voglio fermare le armi da fuoco” e prometteva “la forza militare più letale del mondo”, anche perché “ho avuto l’endorsement di Dick Cheney e di sua figlia Litz” (se ne vanta pure), ergo la guerra mondiale nucleare è assicurata. In quel preciso istante, mentre Sallusti scendeva dal palco col Pulitzer sotto il braccio, saliva Trump per il Nobel per la Pace.
Sorgente ↣ : Tutto in una notte – Il Fatto Quotidiano