L’editoriale di Marco Travaglio
Ufficio Sinistri
Quando la destra è in difficoltà, di solito non per merito delle opposizioni ma per i leggendari auto-complotti dei suoi Cdd (Coglioni di destra), basta aspettare qualche ora. Poi state pur certi che arriverà qualche Ids (Idiota di sinistra) a ridarle fiato e argomenti. Ieri il governo annaspava ancora nel bicchier d’acqua del caso Boccia-Sangiuliano (dove non si capisce più di che si sta parlando: c’è chi trema perché forse, chissà, Dio non voglia, la Boccia potrebbe rivelare che Arianna Meloni parlava col ministro della Cultura del suo partito). Poi, provvidenziale, ecco il compagno Christian Raimo, insegnante di liceo, scrittore, attivista, editorialista, candidato di Avs trombato alle ultime Europee, concionare alla festa del partito e additare il ministro Valditara come “un bersaglio debole da colpire come si colpisce la Morte Nera”. Si potrebbe pensare che quel “colpire” sia una licenza poetica, se nel marzo scorso il dolce stilnovista, in un talk show del mattino, non avesse difeso Ilaria Salis con queste memorabili parole: “Cosa bisogna fare coi neonazisti? Secondo me bisogna picchiarli, Ilaria ha fatto bene. Io lo insegno a scuola ai miei studenti (ai quali va tutta la nostra solidarietà, ndr): picchiare i neonazisti penso che sia giusto, la democrazia si fonda su una violenza giusta”. Roba che, se la dicessero gli avvocati della Salis ai giudici ungheresi, sarebbe ergastolo assicurato. Per sua fortuna non l’hanno mai detto, anzi hanno sempre negato che la neoeurodeputata di Avs abbia menato chicchessia. Anche perché, se per essere dei veri antifascisti si dovessero picchiare i fascisti, non si riuscirebbe più a cogliere la differenza fra gli uni e gli altri. E così, grazie a questo genio, dopo giorni passati a inseguire i deliri della millantatrice pompeiana, i destronzi hanno finalmente qualcos’altro da dire per esercitare il loro sport preferito: il vittimismo molesto. Contro il prototipo del sinistrista che, se non esistesse, se lo fabbricherebbero con le proprie mani a proprie spese.
Non bastando lui, c’è pure chi fa di tutt’erba un fascio nel giro di vite governativo contro chi protesta in piazza e chi occupa abusivamente case destinate a domicilio altrui (peraltro già punito dalla legge). Il diritto di protestare (pacificamente) è sacrosanto e ogni legge che lo limiti o lo vieti è indecente e incostituzionale. Ma quello di occupare case destinate a chi ne ha diritto (il proprietario o l’affittuario per quelle private, l’assegnatario per quelle popolari) non esiste in nessun Paese del mondo. Si può, anzi si deve contestare lo sgombero immediato per morosità incolpevole di chi non ha un altro tetto. Purché sia chiaro che il diritto alla casa non è quello di entrare in quella d’altri. A meno che non sia la Casa delle Libertà di Corrado Guzzanti.
Sorgente ↣ : Ufficio Sinistri – Il Fatto Quotidiano