Da una settimana l’Europa centrale è stata colpita dalle più violenti alluvioni degli ultimi decenni. Le previsioni è che costeranno miliardi di euro per far fronte agli aiuti
In una settimana la tempesta Boris ha messo in ginocchio l’Europa centrale provocando vittime e danni. Nonostante la situazione stia migliorando, alcune zone sono ancora a rischio: le prime stime indicano che il costo delle sole inondazioni potrebbe superare il miliardo di euro.
Secondo l’agenzia di rating Morningstar DBRS citata da Reuters la cifra potrebbe variare da diverse centinaia di milioni di euro a più di un miliardo.
Mario De Cicco, vicepresidente dei rating assicurativi e pensionistici globali di Morningstar DBRS, ha dichiarato a Euronews Business che “sulla base delle ultime informazioni disponibili, le perdite assicurate più elevate potrebbero verificarsi nella Repubblica Ceca, uno dei Paesi più colpiti dai recenti eventi meteorologici avversi”, aggiungendo che l’assicurazione per i disastri naturali è più diffusa nel Paese che negli altri colpiti.
Tempesta Boris: quali sono i Paesi colpiti?
Secondo l’agenzia di consulenza ambientale JBA Risk Management le inondazioni sono già il rischio naturale più costoso in Europa. Le sole inondazioni costano 7,8 miliardi di euro all’anno e si prevede che aumentino con la continua crescita delle economie nelle aree ad alto rischio di inondazioni ma anche con i cambiamenti climatici che portano a precipitazioni maggiori e più intense.
Questa volta le inondazioni hanno sommerso parti dell’Austria, della Repubblica Ceca, della Polonia e della Romania e si prevede che interesseranno anche la Slovacchia e l’Ungheria.
I governi polacco, rumeno e austriaco hanno stanziato fondi di emergenza per centinaia di milioni di euro, mentre il governo ceco sta valutando di modificare il proprio bilancio per il 2024 a causa dei danni provocati dalle inondazioni.
Secondo Grzegorz Dróżdż, analista di mercato di Conotoxia Invest, i danni alle infrastrutture, agli edifici e alle proprietà e l’aumento delle spese di salvataggio e di soccorso, possono provocare un calo della produzione e dell’attività economica.
“Questi fattori di solito portano a un impatto negativo sui bilanci e sul commercio, che si manifesta con un aumento del deficit e un peggioramento della bilancia commerciale, a causa di una diminuzione delle esportazioni e di un aumento delle importazioni – ha dichiarato Dróżdż -. Le inondazioni che Polonia, Repubblica Ceca l’Austria stanno attualmente affrontando avranno un impatto, saranno costose per la popolazione e incideranno negativamente su bilanci già appesantiti”.
Quali sono le conseguenze per le imprese?
Il più grande assicuratore polacco, PZU, sta affrontando una riduzione dei profitti del 10 per cento a causa delle richieste di risarcimento legate al maltempo, riporta Bloomberg citando i dati del brokeraggio Ipopema.
Alcune delle fabbriche e dei negozi colpiti dalle inondazioni hanno interrotto le linee di produzione, tra cui l’impianto chimico BorsodChem di Ostrava, nella Repubblica Ceca, il produttore di bevande Kofola CeskoSlovensko, con sede nel Paese, e la cokeria OKK Koksovny, uno dei maggiori produttori di coke da fonderia in Europa.
I servizi ferroviari transfrontalieri sono stati sospesi tra la Polonia e la Repubblica Ceca e tra l’Ungheria e l’Austria.
Le prospettive dell’economia a lungo termine
Per quanto riguarda l’impatto complessivo sull’economia, gli analisti di Erste Group si aspettano un impatto contenuto, aggiungendo che è troppo presto per avere delle stime accurate.
Katarzyna Rzentarzewska, Chief CEE Macro Analyst di Erste Group, ha dichiarato a Euronews: “Ad esempio, in Cechia l’impatto economico combinato legato ai danni alle proprietà e alla produzione potrebbe essere dello 0,2-0,5 per cento del Pil, con un impatto complessivo sulla crescita del Pil molto più contenuto, probabilmente nella parte bassa di questo intervallo”.
L’esperta prevede che nel breve termine (entro la fine di quest’anno), il settore industriale riceverà un impulso negativo in tutti i Paesi colpiti dalle inondazioni e anche il turismo nelle regioni potrebbe risentirne. “Infine, i danni ai raccolti potrebbero avere effetti inflazionistici”, ha dichiarato Rzentarzewska.
Gli analisti concordano anche sul fatto che, a lungo termine, il quadro è ben diverso, in quanto i lavori di ripristino daranno una spinta al settore delle costruzioni, “aggiungendo al Pil nell’orizzonte di medio termine”, ha aggiunto Rzentarzewska.
“Può anche stimolare nuovi investimenti in tecnologie moderne, nonché infrastrutture più resistenti e sviluppate”, ha affermato Dróżdż.
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