Zaia tra terzo mandato e sfida Salvini su magistrati e cittadinanza

Mentre Forza Italia (che spinge per Flavio Tosi), Fratelli d’Italia (che punta sul coordinatore regionale Luca De Carlo) e una parte della Lega (i salviniani, che puntano su Alberto Stefani, neo- vicesegretario nazionale del Carroccio) sono da mesi ai ferri corti per decidere il suo successore, Luca Zaia ieri a Venezia ha detto chiaro e tondo che non ci pensa neanche lontanamente a mollare la presa su un suo possibile terzo mandato da governatore del Veneto.

Il siluro di Zaia alla Lega di Salvini-Vannacci

È da un evento minore che il (non) candidato ha sparato il suo messaggio-siluro in primis contro i vertici del suo stesso partito, che in Veneto vive una frattura sempre più profonda tra fedeli al segretario federale Matteo Salvini e leghisti della prima ora (quegli autonomisti che, per esempio, vedono il Ponte sullo Stretto, Vannacci, la Lega partito nazionale, come fumo negli occhi). E infatti quella di ieri è un’uscita destinata sicuramente a far discutere fuori, ma soprattutto dentro la Lega.

“Ancora possibile la rimozione del tetto dei due mandati”

Se potesse, Zaia si ricandiderebbe al volo. Ma non può, per ora. Tuttavia avverte: “Dovremo capire cosa accadrà da qui a un anno”. Il tema della rimozione del tetto di due mandati è per Zaia “ancora in piedi, è un dibattito che si esaurirà negli ultimi mesi prima delle fine del mandato” e quindi “c’è tempo”, dice. Ci sono “un sacco di variabili che oggi non ci permettono di parlare del futuro”.

Insomma, gli chiedono i cronisti, questa cosa del tetto ai mandati non la manda giù? “Non è che non me la metto via, io dico che la partita non è formalmente chiusa, dopodiché cercheremo di capire se lo sblocco al tetto, avviene in un mese, in un anno, o negli anni”.

Di sicuro, per il presidente leghista, il vincolo cadrà “perché è una anomalia tutta italiana” che colpisce solo sindaci e presidenti di Regione. Inoltre il governatore ricorda anche il “grande tema della proroga delle Regioni che votarono a settembre 2020 e che potrebbero essere prorogate ad aprile 2026”.  Insomma, tempo per lavorare alla prospettiva c’è e Zaia avvisa tutti: “Restare governatore dipende da un fatto giuridico. Se ci sarà la possibilità di candidarsi, mi ricandido, ma non perché non ho nulla da fare, ma perché me lo chiedono i veneti”.

Open Arms: nessuna guerra santa con la magistratura

La frattura con Salvini si avverte anche quando parla del processo Open Arms, verso il quale Zaia ha deciso di schierarsi sì per l’innocenza del Capitano. Ma senza aderire alla guerra santa dichiarata da Salvini alla magistratura. Non faccio l’avvocato di Salvini, ma ho letto le carte e non vi ho trovato rilevanza processuale”, ha detto, “Penso che se si leggono le carte, io almeno non intravvedo la volontà di sequestrare le persone. Sono un inguaribile ottimista e ho fiducia nella magistratura, io spero che le carte vengano lette, e non ho motivo di pensare che non vengano lette, e che poi il giudizio riporterà a casa la verità – ha sottolineato -. È fondamentale aver fiducia e rispetto estremo dell’autonomia della Magistratura”. Non certo le parole che Matteo avrebbe voluto sentire da un “suo” presidente di una delle regioni più importanti d’Italia.

Cittadinanza al compimento dei 18 anni. A tutti

E, certamente, il ministro delle Infrastrutture non avrà neanche gradito quanto dichiarato da Zaia sull’immigrazione. Pur dichiarandosi contrarissimo allo Ius Scholae, Zaia ha aperto alla possibilità di una cittadinanza quasi automatica, sicuramente più veloce, per i migranti arrivati alla maggiore età.

Io non trovo immigrati che mi chiedono lo Ius Scholae, invece ho avuto centinaia di richieste da immigrati disperati, perché da anni la loro pratica per la cittadinanza è ferma in ministero”. “Gente che parla già il dialetto veneto”, ha aggiunto, “che è integrata e i loro figli son nati qua. Io penso che quando un immigrato ha compiuto i 18 anni, che ha fatto dieci anni qua, che parla italiano e condivide la nostra sfida, devono dargliela d’ufficio la cittadinanza, non farlo attendere due, tre anni”. Tutt’altro che musica per le orecchie del Capitano…

Sorgente ↣ :

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*