Nella risoluzione congiunta sull’Ucraina al voto oggi all’Eurocamera in un punto si “invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni sull’uso dei sistemi d’arma occidentali consegnati all’Ucraina contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo”. Il punto, il numero otto, è supportato dai gruppi dei popolari, liberali e socialisti.
Danilo Della Valle, europarlamentare del Movimento 5 stelle, quali sarebbero le conseguenze di un voto favorevole a questa risoluzione?
“Votare a favore equivarrebbe a una dichiarazione di guerra e a un coinvolgimento diretto dei nostri eserciti nel conflitto russo-ucraino. Si tratta dell’ennesima provocazione di un Parlamento europeo sempre più guerrafondaio che assomiglia più a un Consiglio di guerra che alla casa della democrazia europea”.
Quali sono le vostre proposte alternative?
“Abbiamo presentato degli emendamenti di chiara vocazione pacifista. Innanzitutto condanniamo ogni consegna di armi e supporto militare nel conflitto, chiediamo di vietare l’uso delle armi sul territorio russo, esprimiamo profonda preoccupazione per la trasformazione dell’economia europea in una economia di guerra e chiediamo all’UE di promuovere una vera Conferenza di pace internazionale invitando tutti gli attori coinvolti. Queste proposte ci sembrano di buon senso, è arrivato il momento di una svolta a questa guerra mettendo al centro una soluzione negoziale che porti alla pace”.
Fatta eccezione per il debito comune, su cui Berlino ha alzato un muro, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, pare aver sposato la parte peggiore dell’agenda Draghi sull’addio al Green deal e su un’economia di guerra.
“Siamo davanti a una Commissione reazionaria che promuove come suo Vicepresidente un esponente eletto in uno dei più grandi partiti di estrema destra in Europa e noi sappiamo bene quanto per FdI sia problematico recidere i legami con il suo passato nostalgico del ventennio. L’economia di guerra verso la quale ci stanno portando verrà pagata in primis dai cittadini più vulnerabili e dalle piccole e medie imprese che si ritroveranno senza risorse e senza investimenti, tutti dirottati per acquistare armi e giocare alla guerra”.
Quali sono secondo lei i commissari europei a rischio?
“Rimarrei molto sorpreso se i gruppi che si definiscono progressisti come i Verdi e i Socialisti promuovessero Fitto. Poi siamo rimasti abbastanza perplessi dal profilo del Commissario ungherese che ha la delega sul welfare animale e sul Commissario olandese che si occuperà di tasse, lui che aveva una società nel paradiso fiscale delle Isole Vergini”.
La premier Giorgia Meloni chiede alle opposizioni un atteggiamento responsabile nei confronti della candidatura di Raffaele Fitto. Che ne pensa?
“Che sono degli ipocriti. In un tweet del 2019 Giorgia Meloni aveva definito un inciucio la nomina di Paolo Gentiloni a Commissario europeo, adesso invece chiede a Verdi, Socialisti e Liberali di sostenere il suo Commissario. Per coerenza dovrebbe ammettere di cercare l’inciucio con la sinistra europea, ma non lo farà mai perché d’altronde la Meloni ci ha abituato alle sue giravolte e alle sue incoerenze. Noi coerentemente abbiamo detto no a Ursula Von der Leyen e voteremo contro la sua Commissione perché noi crediamo nella pace, nella giustizia sociale, nella transizione verde e sostenibile e nella lotta alla criminalità organizzata, esattamente l’opposto del programma di questa Commissione”.
Sorgente ↣ :