Continua a provocare danni e vittime la tempesta che si è abbattuta sull’Italia e sull’Europa centrale. In Emilia-Romagna i soccorritori sono a lavoro per aiutare gli alluvionati, mentre risultano disperse due persone. In Repubblica Ceca il numero delle vittime sale a cinque
Non si ferma la furia del ciclone Boris che ha già provocato ingenti danni in Europa centrale e in Italia. Giovedì 1.500 persone sono state evacuate in Emilia-Romagna dopo che piogge torrenziali e gravi inondazioni hanno colpito la regione.
I fiumi sono esondati nelle province di Ravenna, Bologna e Faenza, e le autorità locali hanno invitato le persone a rimanere ai piani superiori delle loro case o a lasciarle del tutto. Almeno 800 residenti di Ravenna e quasi 200 di Bologna hanno trascorso la notte in rifugi, scuole e centri sportivi a causa dell’alluvione. Due persone sarebbero disperse a Bagnacavallo, nel Ravennate, dopo che l’acqua ha distrutto la loro abitazione.
Giovedì le scuole sono state chiuse e i treni sono stati sospesi: la situazione dovrebbe tornare alla normalità venerdì, ma prosegue l’allerta meteo sulle zone colpite dell’alluvione. La protezione civile ha emesso un bollettino di allerta rossa sull’Emilia-Romagna per rischio idraulico e idrogeologico anche per la giornata di oggi.
Cinque morti per il maltempo in Repubblica Ceca
Molti danni e disagi anche in Repubblica Ceca. Il ministro dell’Interno Vit Rakusan ha dichiarato che giovedì è morta un’altra persona nel nord-est del Paese, portando a cinque il bilancio delle vittime. Nella regione nord-orientale, i soldati si sono uniti ai vigili del fuoco e ad altri servizi di emergenza per contribuire alle operazioni di pulizia e recupero. Elicotteri hanno distribuito aiuti umanitari, mentre i soldati hanno costruito ponti temporanei al posto di quelli spazzati via dalle inondazioni. Circa 400 persone sono rimaste nei centri di evacuazione del capoluogo regionale di Ostrava, impossibilitate a tornare a casa.
von der Leyen in Polonia annuncia aiuti fino a 10 miliardi di euro
Giovedì i residenti della città polacca sudoccidentale di Klodzko hanno iniziato a ripulire i danni causati dal fiume Nyza, che domenica si è innalzato di quasi tre volte rispetto al livello di allarme. Il primo ministro polacco Donald Tusk ha visitato la città mercoledì e ha dichiarato che la situazione a Klodzko era la più drammatica dell’intero Paese. Il livello di inondazione di 6,65 metri ha superato il precedente massimo storico del 1997. La presidente della Commissione si è recata a Breslavia e ha annunciato aiuti fino a 10 miliardi di euro: la città ha registrato molto danni a causa delle alluvioni dei giorni scorsi.
In Bassa Austria, dopo il passaggio della tempesta, i cittadini devono smaltire il rifiuti provocati dall’acqua alta, ma il grande impianto di incenerimento dei rifiuti di Dürnrohr è allagato e quindi fermo.
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