Israele distrugge razzi di Hezbollah nel sud Libano: appello di Macron, si riunisce Consiglio Onu


Il governo libanese ha chiesto all’Onu di fermare la “guerra tecnologica” di Israele: il Consiglio di Sicurezza si riunisce venerdì. Si teme l’escalation dopo la minaccia di rappresaglie da Hezbollah e dell’Iran: appelli alla calma di Macron e Casa Bianca

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Israele ha attaccato decine di postazioni lanciarazzi nel sud del Libano giovedì sera, nel tentativo di prevenire la rappresaglia annunciata dall’Iran e da Hezbollah, a seguito delle esplosioni di carcapersone e poi di walkie talkie che hanno ucciso una quarantina di miliziani e cittadini libanesi questa settimana.

Secondo le Forze di Difesa Israeliane (Idf), giovedì, sono state colpite circa cento postazioni oltre a centinaia di razzi pronti a essere sparati. L’agenzia di stampa libanese Nna ha indicato una cinquantina di esplosioni dopo le 21.

Si tratta comunque della maggiore offensiva israeliana in Libano da quasi un anno a questa parte, da quando è cominciato il conflitto con Hamas a Gaza.

Le parole di Nasrallah contro Israele e i nuovi raid a Gaza, in Cisgiordania e Libano

La doppia sortita dell’intelligence israeliana (preparata per circa 15 anni secondo funzionari Usa) è stata definita un “atto di guerra” dal leader di Hezbollah Nasrallah, che ha parlato giovedì in un discorso televisivo di “linee rosse tutte superate“, come fatto già in passato dopo le uccisioni mirate di operativi di alto livello del fronte di milizie creato da Teheran in Medioriente.

“Tali atti incontreranno presto una risposta schiacciante dal fronte della resistenza“, ha scritto a Nasrallah in una lettera il comandante delle Guardie della rivoluzione iraniana, Hossein Salami.

Finora sono state le milizie affiliate, a partire da Hezbollah (ancora nella giornata di giovedì) e dagli Houthi in Yemen ad attaccare Israele, mentre l’Iran ha reagito direttamente solo lo scorso aprile.

I rischi per il futuro sono accompagnati da attacchi e vittime sul terreno che avvengono puntuali dallo scorso 7 ottobre.

Almeno 12 palestinesi sono morti in due raid aerei su Gaza City nelle prime ore di venerdì, e sette in un’operazione militare a Qabatiya nel nord della Cisgiordania partita giovedì, ha riportato l’agenzia palestinese Wafa.

In quest’ultimo caso militari israeliani avrebbero anche spinto a calci giù da un tetto un palestinese ferito, secondo video che circolano sui social e verificati dall’emittente Al-Jaazera.

Venerdì mattina una persona è deceduta in Siria quando è stata colpita un’auto che viaggiava verso l’aeroporto di Damasco, secondo media israeliani che parlano di un profilo di alto livello con tutta probabilità legato all’Iran.

L’Onu si riunisce per evitare un’escalation della guerra in Libano

Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha mandato un messaggio di solidarietà al popolo libanese sostenendo che il Paese “non può vivere nel timore di una guerra imminente” e che i suoi devono impegnarsi nella diplomazia per evitare “un’escalation che non interessa a nessuno”.

Gli Stati Uniti sono “spaventati e preoccupati per una potenziale escalation”, ha dichiarato la portavoce Karine Jean-Pierre, mentre la Casa Bianca sembra avere abbandonato la speranza di concludere un accordo di tregua a Gaza durante la presidenza Biden, ha riportato il Wall Street Journal.

Le stesse autorità del Libano, il cui governo è influenzato dalla presenza militare e politica di Hezbollah a Beirut e nel sud del Paese, hanno accusato Israele degli attacchi subiti.

Il primo ministro Najib Mikati ha invitato il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che ne discute venerdì, a prendere posizione per fermare l'”aggressione” e la “guerra tecnologica” di Israele.



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