“Ero nel panico, credetemi”. Gennaro Sangiuliano lo ha ripetuto più volte, in alcuni casi anche ad alta voce, rispondendo oggi alle richieste di chiarimento dei magistrati. L’ex ministro della Cultura è stato infatti sentito per oltre 4 ore e mezza negli uffici della Procura di Roma.
Una deposizione fiume, in qualità di testimone, richiesta dai pm per circostanziare l’esposto presentato il 13 settembre scorso dallo stesso Sangiuliano e che ha portato all’apertura di un’indagine per lesioni aggravate e minaccia a corpo dello Stato. Fascicolo che vede indagata Maria Rosaria Boccia, ex consulente informale – perché quell’incarico, inizialmente accordato, non è poi mai stato formalizzato – dell’allora ministro. Va ricordato che l’ex direttore del Tg2 è a sua volta indagato per peculato in un altro procedimento – trasferito al Tribunale dei ministri –, generato dall’esposto del deputato di Avs, Angelo Bonelli e relativo alle spese, dirette e indirette, che il ministero della Cultura avrebbe sostenuto per far partecipare Boccia ai vari eventi pubblici che da giugno ad agosto hanno visto partecipare Sangiuliano. Indagine simile è in corso presso la Corte dei Conti di Roma.
Il “panico” esplicitato da Sangiuliano ai pm avrebbe preso il sopravvento, a suo dire, il 6 agosto. “In quelle ore – ha confermato Sangiuliano ai magistrati – è stata un’escalation di pressioni e imposizioni: Boccia pretendeva che io raccontassi tutto a mia moglie”. Altro argomento di discussione con i pm è stato quello della presunta finta gravidanza. “Presunta”, perché di quell’episodio si sa davvero poco. E poco è stato fin qui spiegato dall’ex ministro, nel cui esposto la questione è tutt’altro che ben circostanziata: l’ex ministro racconta che “Boccia mi dice di essere incinta”, quando, dopo il colloquio del 9 agosto con la moglie, lei gli manda questo sms: “Sarai libero di viverti questa esperienza come vorrai, nel rispetto di tuo figlio”. Fino all’email del 23 agosto: “Bravissimo come sempre (…) Un Super Babbo”.
C’è poi il capitolo del “misterioso account” di Instagram dal nome “Politica e Amori”, che il 14 agosto aveva pubblicato un fotomontaggio che lo ritraeva come se fosse una donna incinta. Account poi cancellato dal social Meta. Un capitolo a parte ha infine riguardato i post su Instagram di Boccia successivi alla notizia dell’esposto di Sangiuliano. La denuncia è del 13 settembre, la notizia diventa pubblica il 19. Negli stessi minuti Boccia pubblicava una storia su Instagram localizzata in piazza del Parlamento: un bicchiere di caffè con la canzone di Malyka Ayane “Ma cosa hai messo nel caffè?”. Altri post sono seguiti nei giorni successivi.
L’articolo Caso Boccia, Gennaro Sangiuliano ai pm: “Ero nel panico, credetemi. È stata un’escalation di pressioni e imposizioni” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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