Non ha mai amato la definizione di “campo largo”. Mai. Ma da ieri se dipendesse da lui l’espressione, e tutto quello che significa, si potrebbe definitivamente archiviare. Giuseppe Conte, leader del M5S, lo dice chiaro e tondo.
“Il campo largo è una formula giornalistica, noi vogliamo un’alternativa di governo seria, vogliamo costruire un progetto alternativo alla Meloni ma per farlo non possiamo affidarci a un pastrocchio, Renzi rappresenta una incompatibilità per il nostro modo di fare politica”, dichiara a Bruno Vespa su Rai1, ospite prima di Cinque Minuti e poi di Porta a Porta.
Conte ne ha per tutti: da Renzi a Schlein
“È chiaro che nel momento in cui il M5S dice che si è aperta una ferita” con Iv “che viene messa in un campo largo – che non esiste più, lo certifichiamo stasera – dal momento in cui la risposta di Schlein è: io non faccio polemiche. Allora c’è qualcosa che non va, non c’è la consapevolezza da parte del gruppo dirigente del Pd che c’è un problema serio”. Insomma Conte ne ha per tutti.
E come già accaduto per la Liguria, addio formule magiche di campi larghi o stretti anche in Emilia Romagna e in Umbria. Alla domanda se restano le alleanze con Iv in Emilia Romagna e Umbria, Conte replica: “Non sono disponibile ad affiancare il simbolo del M5s a quello di Renzi, che si è sempre distinto per distruggere e rottamare”.
Porte aperte invece ad Avs. “A me assolutamente fa piacere se ci sono forze politiche, come Avs, che possano condividere la nostra visione, le nostre battaglie su singoli, specifici temi, e ovviamente rafforzare la nostra azione politica e cercare di conquistare dei passaggi importanti”. La verità è che, allargando lo sguardo dalla politica interna (vedi la Rai) a quella estera (conflitto in Ucraina) il campo largo è sempre stato più un campo santo.
Conte frena sull’alleanza col Pd: chiarimenti da fare
“Pur nelle rispettive posizioni – dice Conte – ci sono dei punti, come salario minimo e autonomia differenziata, su cui si sta costruendo un dialogo, ma bisogna che sia sincero e autentico. Abbiamo tantissimi chiarimenti da fare”.
Per andare oggi col Pd “non siamo pronti, ma questo non significa che non riconosciamo i passi concreti compiuti. Un terreno di dialogo da cui partire c’è, ma anche nel metodo bisogna intendersi”.
La replica di Renzi e dei dem
Matteo Renzi non molla in Emilia Romagna. “Iv è già in maggioranza in Emilia Romagna a sostegno di Bonaccini prima e di Priolo dopo. Abbiamo un assessore e tre consiglieri che hanno lealmente sostenuto il centrosinistra dagli attacchi delle opposizioni di destra e di M5s. Alle regionali ci presenteremo a fianco di de Pascale con i nostri candidati e con il nostro simbolo, come concordato. Se Conte vuole fare una battaglia contro Schlein, la faccia pure”, dice il leader di Iv.
“Ogni volta che l’opposizione si spacca festeggia il governo, ogni secondo che parliamo delle divisioni è uno smacco al Paese. Quando Conte dice che non voterà col Pd io mi rattristo, Giorgia Meloni festeggia”, dice il dem Marco Furfaro.
“Non si può decidere in un salotto di Porta a Porta se si fa l’alleanza in una regione, lo decidono nelle regioni gli elettori. Non si possono usare i territori per fare la battaglia politica”, aggiunge Furfaro.
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