È un’esperienza spiacevole ma può capitare a tutti, nella maggior parte dei casi per disattenzione: vai al supermercato e acquisti un prodotto già scaduto senza rendertene conto. Cosa fare in questi casi? Niente panico, innanzitutto perché nella stragrande maggioranza dei casi il prodotto scaduto è perfettamente edibile. Vediamo però cosa fare in questi casi perché la legge tutela sempre il consumatore.
Le normative aiutano sempre la parte lesa: chi acquista il prodotto
Innanzitutto ti invitiamo ad usare il buon senso: come lo hai acquistato tu per distrazione, può essere rimasto sullo scaffale per distrazione. Non è una cosa grave, non c’è bisogno di chiamare le forze dell’ordine e fare scenate. Rivolgiti al personale del punto vendita e mostra il prodotto scaduto insieme allo scontrino. Salvo casi eccezionali, saranno loro i primi a scusarsi e a rimediare.
Detto ciò, passiamo alle cose formali. Le normative sul consumo non solo mirano a prevenire le frodi, ma proteggono anche la salute dei cittadini attraverso regole rigide. La responsabilità di eventuali errori di acquisto non è scaricata sul consumatore: i gestori dei supermercati sono obbligati a garantire la massima accuratezza nel controllo dei prodotti in vendita, soprattutto per quanto riguarda la loro data di scadenza. Il supermercato è infatti obbligato a eseguire controlli rigorosi prima di mettere i prodotti in vendita. La sicurezza del consumatore è responsabilità sia del supermercato sia del produttore. Particolare attenzione va prestata ai prodotti deperibili come carne, pesce, formaggi, salumi, ma anche ad alimenti più durevoli come la pasta secca, il latte a lunga conservazione e i sughi pronti. Inoltre, devono essere assicurate condizioni igieniche adeguate nei magazzini e sugli scaffali. Queste misure igieniche devono essere documentate e messe a disposizione delle autorità competenti per eventuali controlli.
Stando a quanto scrive laleggepertutti la principale normativa di riferimento per la scadenza dei prodotti è un Regolamento europeo del 2011. Questo stabilisce che un prodotto non deve essere né consumato né venduto oltre la data indicata come “da consumarsi entro”. Questa data deve essere chiaramente visibile e stampata in modo indelebile sulla confezione dei prodotti preconfezionati e deperibili, come latte fresco, carne e pesce. La data di scadenza può essere indicata in vari modi:
- Per i prodotti che si conservano per meno di tre mesi (come latte fresco, formaggi e yogurt), si devono indicare giorno, mese e anno.
- Per i prodotti conservabili fino a 18 mesi (come biscotti o crackers), si indicano mese e anno.
- Per quelli con una durata superiore a 18 mesi (come pasta secca o verdure in scatola), è sufficiente l’anno.
Alcuni prodotti, come frutta fresca, aceto, superalcolici, vino e sale da cucina, non richiedono l’indicazione della scadenza perché o si rovinano direttamente o durano nel tempo. È obbligatorio anche riportare in etichetta le indicazioni su come devono essere conservati i prodotti per non compromettere le proprietà del cibo.
La scadenza delle uova al supermercato è ancora più complessa
L’etichettatura delle uova è regolamentata per garantire la tracciabilità e la sicurezza alimentare. Il codice stampato sul guscio contiene informazioni dettagliate sulla provenienza dell’uovo, come il tipo di allevamento e il luogo di produzione. La data di scadenza, chiaramente indicata sulla confezione, è fondamentale per garantire la freschezza del prodotto e la salute del consumatore.
Quali sono le responsabilità del supermercato se ha un prodotto scaduto
Se un prodotto è scaduto, significa che non rispetta più gli standard di sicurezza alimentare. Di conseguenza, chi lo vende, ovvero il supermercato o il negozio, ne è responsabile. Cosa dice la legge?
- Prodotto difettoso: vendere un prodotto fatto con ingredienti scaduti configura un caso di “prodotto difettoso”. Ciò significa che il prodotto, pur realizzato correttamente, è diventato dannoso a causa di un difetto, in questo caso la scadenza degli ingredienti.
- Responsabilità del venditore: se non è possibile individuare il produttore degli ingredienti scaduti, la responsabilità ricade sul venditore, che è tenuto a risarcire eventuali danni causati al consumatore.
- Sanzioni: vendere prodotti scaduti è una violazione della normativa sulla sicurezza alimentare e può comportare sanzioni amministrative per il venditore, che possono arrivare fino a diverse decine di migliaia di euro.
Se acquisti un prodotto scaduto hai diritto al rimborso del prezzo pagato per il prodotto ma puoi chiedere anche solo una sostituzione con un prodotto identico o simile, non scaduto ovviamente.
Sorgente ↣ :