La tassa sulle banche è un bluff: il sacrificio è solo un prestito

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Usa come al solito l’arma dell’ironia e del sarcasmo anche se c’è poco da scherzare. Ed è evasivo: aggira con cura le domande che non gli piacciono, molte se le fa ripetere due volte attribuendo la distrazione alla stanchezza.

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, si presenta puntuale alla conferenza stampa per illustrare la Manovra, varata martedì sera assieme al Documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles, e a due decreti (quello fiscale e quello sulle accise).

Ma Giorgia Meloni non c’è, si presenterà ai cronisti lunedì prossimo. Giorgetti ritorna sui sacrifici auspicati e che hanno fatto irritare i suoi alleati, a partire dalla premier.

La farsa sui sacrifici chiesti alle banche

Visto che pescatori e operai di sacrifici ne fanno già – argomenta il numero uno di via XX Settembre – li abbiamo chiesti a banche ed assicurazioni. Che complessivamente dovranno garantire un gettito pari a 3,5 miliardi di euro. Per le assicurazioni l’imposta di bollo dovrà fruttare un miliardo di euro, gli altri 2,5 miliardi saranno a carico delle banche.

Ma in che forma? Le opposizioni parlano di truffa elettorale. “Le banche hanno appostate le imposte differite attive, che danno la possibilità di deduzione nel corso del tempo, sospendiamo la deduzione per gli anni 2025 e 2026”, ha spiegato il viceministro del Mef, Maurizio Leo.

“L’auspicio che noi abbiamo è che anche loro come tutti gli altri possano beneficiare di una situazione migliore a livello complessivo in termini economici”, replica Giorgetti alla domanda se dopo i due anni le banche rientreranno o meno di quanto si troveranno a pagare in più ora.

“Hanno annunciato di aver chiesto un grande sacrificio a banche e assicurazioni, ma a quanto pare si tratta solo della sospensione di detrazioni. Traduco: si tratta di anticipo di tasse che sono già dovute da banche e assicurazioni, che saranno loro puntualmente restituite tra il 2027 e il 2029”, commenta Elly Schlein.

Giorgetti evita con cura le domande scomode

E alla domanda su come la platea delle imprese a cui chiedere sacrifici si sia ristretta a banche e assicurazioni Giorgetti non risponde. Gli altri sacrifici verranno chiesti ai ministeri, spiega il ministro leghista. Si salvano solo quello di Orazio Schillaci e di Guido Crosetto.

Sebbene alla Sanità vadano molto meno dei soldi promessi. I tagli ai ministeri previsti a copertura della Manovra valgono nel 2025 circa 2,3 miliardi.

Il contributo richiesto alle Regioni, alle Province e ai Comuni vale invece circa 700 milioni nel 2025 ma poi sale a circa 900 nel 2026.

Penalizzate le coppie senza figli e i single

“Sulle detrazioni ci stiamo muovendo in una logica di quoziente familiare: moduliamo la detrazione sui figli e le fasce di reddito, sono due fattori che teniamo insieme con maggiori detrazioni nei limiti ora previsti”, spiega Leo, nell’ottica, aggiungiamo noi, di penalizzare sempre le coppie senza figli.

Con la revisione delle tax expenditures il gettito infatti dovrebbe attestarsi “oltre il miliardo”.

In tema di natalità arriverà poi la card da 1.000 euro per aiutare i neo genitori con Isee fino a 40mila euro. A cui si aggiunge un miglioramento dei congedi parentali all’80%, passano da due a tre mesi.

“Per le plusvalenze da bitcoin prevediamo un aumento della ritenuta dal 26% al 42%” , sui ricavi da web tax lavoriamo eliminando tetto di 750 mila euro e la parte prodotta in Italia relativa a 5 milioni, quindi eliminiamo le soglie, spiega sempre Leo.

Sull’innalzamento delle accise il governo fa pure dell’ironia

La questione delle accise “non è contenuta nella legge di bilancio, nessuna stangata, è un impegno europeo e sarà gestito” in Parlamento attraverso il decreto legislativo” in materia, spiega Giorgetti .

Ma il riallineamento ovvero l’innalzamento delle accise sul gasolio per adeguarle a quelle della benzina ci sarà. Giorgetti si permette di ironizzare.

“Ci sarà presumo una riduzione della benzina e un aumento del gasolio al netto degli autotrasportatori che hanno una” loro normativa, ma “vedremo, abbiamo demandato al Parlamento. Io la macchina ce l’ho a gasolio, pagherò un centesimo in più al litro, una stangata da cui non mi riprenderò più…”.

Sono 16,7 milioni le auto diesel circolanti in Italia nel 2024 – specifica il Codacons – Un aumento delle accise di 1 centesimo di euro per il gasolio equivale ad una maggiore spesa da +0,61 euro su un pieno da 50 litri, se si tiene conto anche dell’Iva applicata sulle accise.

In un anno l’aggravio di spesa complessivo a carico dei proprietari di auto a gasolio sarà pari a +245,6 milioni di euro, conto che raggiunge 1,23 miliardi di euro nel caso in cui l’accisa dovesse salire di 1 centesimo all’anno per cinque anni.

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