Il processo telepatico

L’editoriale di Marco Travaglio

Il processo telepatico

Non sapendo più cosa inventarsi per suffragare il complotto più ridicolo dell’anno, il ministro Crosetto tira la palla in tribuna con un numero a caso: “30.778 innocenti in manette negli ultimi 20 anni”. Il dato si riferisce agli ultimi 30 anni (non 20). Ed è la somma delle persone che nel 1992-2022 sono state risarcite dallo Stato perché finite in carcere o ai domiciliari e poi archiviate o prosciolte o assolte (30.556: 1500 l’anno), o hanno visto ribaltare la condanna definitiva nel processo di revisione (222: 7 l’anno). Ma nessuno può dire se fossero innocenti o colpevoli: in base alla convenzione chiamata “giustizia”, si può dire solo che non sono stati condannati. Se il reato l’avessero commesso o no, lo sanno loro e il Padreterno. Si può essere assolti anche da colpevoli: se il giudice ritiene le prove insufficienti, o se le prove sono sufficienti ma una legge le dichiara inutilizzabili o depenalizza il reato. Com’è accaduto decine di volte negli ultimi 30 anni. Quindi fra quei 30.778 ci sono innocenti e colpevoli che l’han fatta franca.

 

 

Fino al 2000 se uno accusava i coimputati, patteggiava e si cuciva la bocca nel processo agli altri, il giudice poteva leggere il suo verbale reso al pm: col “giusto processo” il verbale divenne carta straccia. Oggi il corruttore patteggia per aver corrotto Tizio e Caio, i quali vengono assolti dall’essere stati corrotti da lui perchè le sue accuse sono utilizzabili contro di lui ma non contro di loro. Un tempo gli spacciatori intercettati da una centrale di ascolto della polizia o dei carabinieri venivano condannati; poi le intercettazioni extra-Procure divennero inutilizzabili e giù assoluzioni di spacciatori (tutt’altro che innocenti: spacciano davvero). Il sindaco Pd Uggetti finisce ai domiciliari per aver truccato un appalto: dopo una condanna, un’assoluzione e un annullamento, nel secondo appello viene assolto perchè ha truccato l’appalto, ma il reato è “tenue” grazie alla schiforma che salva chi delinque solo un po’. Legge Cartabia: truffe e furti sono punibili solo a querela. Così il truffatore e il ladro non querelati dal truffato e dal derubato vengono assolti anche se colpevoli. Senza contare che per arrestare servono meno elementi che per condannare: per la custodia cautelare la legge richiede “gravi indizi di colpevolezza”; per la condanna la prova “oltre ogni ragionevole dubbio”. Sarebbe bello avere giudici onniscienti che arrestano solo colpevoli. Purtroppo il processo telepatico non è stato ancora inventato: in tutto il mondo si arresta prima del processo per salvaguardarlo da chi inquina le prove e da chi fugge. Se poi alla fine viene assolto, è giusto che lo Stato lo risarcisca. Ma è ridicolo che un ministro se ne scandalizzi. A meno che non abbia studiato diritto all’Università di Arcore.

 

 

Sorgente: Il processo telepatico – Il Fatto Quotidiano

Nuovi talenti comici

L’editoriale di Marco Travaglio

Nuovi talenti comici

Uno dei tratti distintivi di questo governo è l’assoluta impermeabilità al ridicolo. La Meloni si vanta perché le agenzie di rating, dipinte per anni come la Spectre finanziaria, l’hanno promossa e non si accorge che l’hanno promossa proprio perché ha sposato la peggiore austerità della Spectre finanziaria. Intanto i suoi si vantano perché l’autorevole sito Politico le dà del “camaleonte”, cioè della voltagabbana, come se fosse un complimento. Crosetto accusa una corrente della magistratura di complottare contro il governo durante il suo congresso nazionale alla presenza di Conte, Schlein e pure La Russa (primo caso di congiura in luogo pubblico); poi dice in Parlamento non si sa bene a chi che “questo scontro fra politica e magistratura deve finire”, anziché confidarselo allo specchio o mandarsi un vocale. Lamenta anche un “plotone di esecuzione” contro di lui: deve trattarsi di quelle due o tre voci che hanno osato criticarlo per ciò che ha detto. Nulla di paragonabile ai veri plotoni d’esecuzione montati negli ultimi trent’anni, quando chiunque desse noia ai centrodestri veniva puntualmente accusato di ciò che non aveva fatto: dal pool di Milano a quello di Palermo, da Di Pietro a Prodi, dalla Raggi a Conte. Intanto il centrodestra giustifica le schiforme della giustizia con lo scandalo Palamara, ma contemporaneamente promuove Palamara da trafficante di nomine a bocca della verità e a supertestimone che denuncia impavido il suo stesso scandalo (ma solo dopo che il trojan aveva scoperto tutto) e premia tutti i giudici dello scandalo, da Ferri in giù. Notevole anche la passione dei centrodestri per la “terzietà” dei giudici, piuttosto bizzarra per chi fino all’altroieri pendeva dalle labbra di B. e Previti, che i giudici li compravano un tanto al chilo. Ma anche per chi attacca il gup che non copia il pm e respinge l’archiviazione di Delmastro.

 

 

Poi c’è Nordio, che resta il nostro preferito ex aequo con Lollo, perché sembra nato apposta per farci divertire. Tutto si può dire delle sue schiforme, eccetto che non siano spiritose. Quella che impone ai giudici di avvertire chi vogliono arrestare con cinque giorni d’anticipo, come le interrogazioni programmate a scuola, fosse un colpo di genio ineguagliabile (si arresteranno solo i paralitici). Invece ora arriva il tetto massimo annuo al budget per le intercettazioni in ogni Procura. Così, se verso novembre un procuratore esaurisce i fondi a causa di un surplus di reati, stacca tutti gli ascolti e chiude bottega fino a Capodanno: ottima notizia per i criminali, che sposteranno il grosso dell’attività in Avvento. Se poi continueranno a farsi arrestare e intercettare malgrado il preavviso, la seminfermità mentale non gliela leverà nessuno.

 

Sorgente: Nuovi talenti comici – Il Fatto Quotidiano

I Blues Cognati

L’editoriale di Marco Travaglio

I Blues Cognati

Fedele al detto romano “Co’ le cazzate ce mannano avanti li treni”, Gino Lollobrigida ha arricchito in Senato il già pregevole scusario sulla fermata per uso personale del Frecciarossa a Ciampino. Ha ribadito di averla chiesta “senza la pretesa di un trattamento di favore”, fingendo di non capire che il favore non è quello che lui chiede – peraltro chiamando l’ad di Trenitalia, il cui cellulare notoriamente è stampato su tutti i biglietti ferroviari – ma quello dell’altro che risponde di sì. Ha ripetuto che “tutti i passeggeri hanno avuto la possibilità di scendere a Ciampino”, anche se curiosamente nessuno ha voluto coglierla, non sapevano che minchia fare nell’amena località suddetta e non essendosi premurati di convocare sul posto le rispettive auto blu. Poi il colpo di genio, una rivisitazione dei Blues Brothers dove John Belushi si giustifica con la fidanzata per un ritardo sospetto: “Ero rimasto senza benzina, avevo una gomma a terra, non avevo i soldi per il taxi, la tintoria non mi aveva portato il tight, c’era il funerale di mia madre, era crollata la casa, c’è stato un terremoto, una tremenda inondazione, e poi le cavallette! Non è stata colpa mia, lo giuro su Dio!”. Fra i vari alibi, il Blues Cognato (Blues brother in law) ha optato per l’inondazione: “Ho evitato gravi conseguenze ai tanti cittadini che sostavano all’aperto a Caivano in una giornata di allerta meteo”. Ha salvato quei poveri bambini dalla pioggia, che poi peraltro non è caduta.

 

Freccialollo aveva appena finito di parlare e nella chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, luogo sacro dei gesuiti, andava in scena il rito più profano e pacchiano mai visto dalla cacciata dei mercanti dal tempio per mano di Gesù e del sacco di Roma a opera dei lanzichenecchi: la presentazione del libro di Cazzullo sugli antichi romani. Dinanzi all’altare barocco, che non risulta sconsacrato (non ancora almeno), alla presenza di 500 fedeli più o meno vip a mani giunte nei banchi, erano assisi su tronetti dorati e damascati i due celebranti, il Cazzullo e Mario Draghi, e la concelebrante Nancy Brilli, chiamata a declamare non le Sacre Scritture, ma brani scelti dell’opera cazzulliana. Roba da far invidia a Vespa, che di presentazioni cafonal-libresche è maestro da secoli, ma non aveva mai sospettato di poterle officiare in chiesa fra un rosario e un funerale. Per fortuna nessuno domanderà a Draghi, l’uomo a cui non si deve chiedere mai, né ai gesuiti se le chiese siano aperte alle presentazioni di tutti i libri o se – Dio e Sant’Ignazio non vogliano – si tratti un privilegio ecclesiastico riservato a lui e ai suoi amici. Sennò dovrebbero attingere dal repertorio di Lollo. Noi comunque ci prenotiamo per la riedizione del libro su B.. Che s’intitola Il Santo, mica pizza e fichi.

 

Sorgente: I Blues Cognati – Il Fatto Quotidiano