L’hanno rimasto solo

L’editoriale di Marco Travaglio

L’hanno rimasto solo

Mesi fa, all’ennesima lista di putiniani, scrivemmo a mo’ di battuta che presto o tardi tutti avrebbero abbandonato Zelensky e sarebbe toccato a noi, noti servi di Putin, difenderlo. Mai fare battute. Infatti il momento è già arrivato. E il capo delle forze armate certifica la sconfitta sul campo in polemica con Zelensky. Usa e Nato accusano Zelensky di aver perso la guerra (persa in realtà da loro) per non aver fatto di testa sua (invece ha fatto di testa loro). E premono perché tratti dopo averlo spinto a non farlo, anzi a vietare per decreto i negoziati in attesa della disfatta russa, del default di Mosca e della caduta di Putin. Come ha ricordato l’ex premier israeliano Bennett, Biden e Johnson bloccarono l’intesa Mosca-Kiev da lui propiziata per un cessate il fuoco nel marzo 2022: mezzo milione di morti fa. Zelensky rinvia le elezioni del 2024 perché teme di perdere pure quelle, con buona pace della propaganda sul popolo schierato come un sol uomo con lui e con la guerra a oltranza fino all’ultimo ucraino. Sua moglie non vuole che si ricandidi, temendo di restare prematuramente vedova in una guerra civile scatenata dagli oltranzisti nazistoidi che lo ritengono troppo debole e i trattativisti filoccidentali che lo giudicano troppo rigido. Il sindaco di Kiev dice che la famosa democrazia ucraina somiglia alla Russia: noi lo sospettavamo almeno da quando Zelensky mise fuorilegge gli undici partiti di opposizione, ne arrestò il capo, unificò le tv in un solo canale di propaganda ed epurò ministri, generali e autorità locali con accuse di corruzione non suffragate dai magistrati. L’ex presidente filo-Usa Poroshenko tenta di incontrare il filo-putiniano Orbán e i conservatori Usa e Ue, ma viene fermato alla frontiera e accusa Zelensky di “involuzione autoritaria”. Ora, se non lo salva Bruno Vespa, interveniamo noi.

 

 

Ps. Paolo Mieli, polemizzando con un giornale a caso, dice che chi vide giusto fin dall’inizio aveva torto perché, senza le armi Nato e Ue all’Ucraina, Putin sarebbe arrivato a Kiev (o, secondo la teoria Servergnini, a Lisbona). Paolino, non fare il furbo. Nato e Ue non ci competono. Noi abbiamo sempre chiesto che l’Italia non inviasse armi a Kiev (in base all’art. 11 della Costituzione, non poteva farlo e infatti non l’aveva mai fatto in 75 anni con alcun Paese non alleato), ma solo aiuti difensivi, finanziari, sanitari e alimentari. E si facesse mediatrice di una tregua e di un compromesso con S. Sede, Israele, Turchia e Cina per salvare il salvabile di un Paese destinato alla distruzione e al massacro senz’alcuna speranza di sconfiggere la Russia. Quindi non polemizzare con ciò che in questi 21 mesi non abbiamo mai detto, ma con ciò che abbiamo detto. E, se puoi, non scordarti ciò che hai detto tu.

 

Sorgente: L’hanno rimasto solo – Il Fatto Quotidiano

Il processo telepatico

L’editoriale di Marco Travaglio

Il processo telepatico

Non sapendo più cosa inventarsi per suffragare il complotto più ridicolo dell’anno, il ministro Crosetto tira la palla in tribuna con un numero a caso: “30.778 innocenti in manette negli ultimi 20 anni”. Il dato si riferisce agli ultimi 30 anni (non 20). Ed è la somma delle persone che nel 1992-2022 sono state risarcite dallo Stato perché finite in carcere o ai domiciliari e poi archiviate o prosciolte o assolte (30.556: 1500 l’anno), o hanno visto ribaltare la condanna definitiva nel processo di revisione (222: 7 l’anno). Ma nessuno può dire se fossero innocenti o colpevoli: in base alla convenzione chiamata “giustizia”, si può dire solo che non sono stati condannati. Se il reato l’avessero commesso o no, lo sanno loro e il Padreterno. Si può essere assolti anche da colpevoli: se il giudice ritiene le prove insufficienti, o se le prove sono sufficienti ma una legge le dichiara inutilizzabili o depenalizza il reato. Com’è accaduto decine di volte negli ultimi 30 anni. Quindi fra quei 30.778 ci sono innocenti e colpevoli che l’han fatta franca.

 

 

Fino al 2000 se uno accusava i coimputati, patteggiava e si cuciva la bocca nel processo agli altri, il giudice poteva leggere il suo verbale reso al pm: col “giusto processo” il verbale divenne carta straccia. Oggi il corruttore patteggia per aver corrotto Tizio e Caio, i quali vengono assolti dall’essere stati corrotti da lui perchè le sue accuse sono utilizzabili contro di lui ma non contro di loro. Un tempo gli spacciatori intercettati da una centrale di ascolto della polizia o dei carabinieri venivano condannati; poi le intercettazioni extra-Procure divennero inutilizzabili e giù assoluzioni di spacciatori (tutt’altro che innocenti: spacciano davvero). Il sindaco Pd Uggetti finisce ai domiciliari per aver truccato un appalto: dopo una condanna, un’assoluzione e un annullamento, nel secondo appello viene assolto perchè ha truccato l’appalto, ma il reato è “tenue” grazie alla schiforma che salva chi delinque solo un po’. Legge Cartabia: truffe e furti sono punibili solo a querela. Così il truffatore e il ladro non querelati dal truffato e dal derubato vengono assolti anche se colpevoli. Senza contare che per arrestare servono meno elementi che per condannare: per la custodia cautelare la legge richiede “gravi indizi di colpevolezza”; per la condanna la prova “oltre ogni ragionevole dubbio”. Sarebbe bello avere giudici onniscienti che arrestano solo colpevoli. Purtroppo il processo telepatico non è stato ancora inventato: in tutto il mondo si arresta prima del processo per salvaguardarlo da chi inquina le prove e da chi fugge. Se poi alla fine viene assolto, è giusto che lo Stato lo risarcisca. Ma è ridicolo che un ministro se ne scandalizzi. A meno che non abbia studiato diritto all’Università di Arcore.

 

 

Sorgente: Il processo telepatico – Il Fatto Quotidiano

Nuovi talenti comici

L’editoriale di Marco Travaglio

Nuovi talenti comici

Uno dei tratti distintivi di questo governo è l’assoluta impermeabilità al ridicolo. La Meloni si vanta perché le agenzie di rating, dipinte per anni come la Spectre finanziaria, l’hanno promossa e non si accorge che l’hanno promossa proprio perché ha sposato la peggiore austerità della Spectre finanziaria. Intanto i suoi si vantano perché l’autorevole sito Politico le dà del “camaleonte”, cioè della voltagabbana, come se fosse un complimento. Crosetto accusa una corrente della magistratura di complottare contro il governo durante il suo congresso nazionale alla presenza di Conte, Schlein e pure La Russa (primo caso di congiura in luogo pubblico); poi dice in Parlamento non si sa bene a chi che “questo scontro fra politica e magistratura deve finire”, anziché confidarselo allo specchio o mandarsi un vocale. Lamenta anche un “plotone di esecuzione” contro di lui: deve trattarsi di quelle due o tre voci che hanno osato criticarlo per ciò che ha detto. Nulla di paragonabile ai veri plotoni d’esecuzione montati negli ultimi trent’anni, quando chiunque desse noia ai centrodestri veniva puntualmente accusato di ciò che non aveva fatto: dal pool di Milano a quello di Palermo, da Di Pietro a Prodi, dalla Raggi a Conte. Intanto il centrodestra giustifica le schiforme della giustizia con lo scandalo Palamara, ma contemporaneamente promuove Palamara da trafficante di nomine a bocca della verità e a supertestimone che denuncia impavido il suo stesso scandalo (ma solo dopo che il trojan aveva scoperto tutto) e premia tutti i giudici dello scandalo, da Ferri in giù. Notevole anche la passione dei centrodestri per la “terzietà” dei giudici, piuttosto bizzarra per chi fino all’altroieri pendeva dalle labbra di B. e Previti, che i giudici li compravano un tanto al chilo. Ma anche per chi attacca il gup che non copia il pm e respinge l’archiviazione di Delmastro.

 

 

Poi c’è Nordio, che resta il nostro preferito ex aequo con Lollo, perché sembra nato apposta per farci divertire. Tutto si può dire delle sue schiforme, eccetto che non siano spiritose. Quella che impone ai giudici di avvertire chi vogliono arrestare con cinque giorni d’anticipo, come le interrogazioni programmate a scuola, fosse un colpo di genio ineguagliabile (si arresteranno solo i paralitici). Invece ora arriva il tetto massimo annuo al budget per le intercettazioni in ogni Procura. Così, se verso novembre un procuratore esaurisce i fondi a causa di un surplus di reati, stacca tutti gli ascolti e chiude bottega fino a Capodanno: ottima notizia per i criminali, che sposteranno il grosso dell’attività in Avvento. Se poi continueranno a farsi arrestare e intercettare malgrado il preavviso, la seminfermità mentale non gliela leverà nessuno.

 

Sorgente: Nuovi talenti comici – Il Fatto Quotidiano