Ma mi faccia il piacere

Orbadeus. “Il Festival sovranista è un disastro” (Domani, 9.2). Resta da capire se il sovranismo l’abbia portato Amadeus, Fiorello, Crowe o Travolta.

Padroni ingrati. “Se i ministri di destra ci querelano”, “Che un governo di destra… provi a estorcere soldi a giornali che per loro, e direi nonostante loro, hanno combattuto e combattono gratis battaglie epocali contro chi li vorrebbe morti, è il segno di quanto il potere possa dare alla testa” (Alessandro Sallusti e Davide Vecchi, direttori Giornale e Tempo, 9.2). Ma come: noi vi facciamo i camerieri gratis e voi ci chiedete soldi?

Merloni. “Quando Elly Schlein dirà ‘mai più con i 5Stelle’ sarà comunque troppo tardi” (Francesco Merlo, Repubblica, 2.2). La Meloni non vede l’ora.

Teste. “Schlein: ‘Sarà un testa a testa con Meloni’” (Messaggero, 7.2). Basta rintracciare le teste e il più è fatto.

Facce. “Renzi: ‘Alle Europee ci metto la faccia’” (Matteo Renzi, Iv, Messaggero, 6.2). Il tempo di trovarne una.

Uozzamèrega! “Noi non siamo ambigui, sappiamo chi scegliere tra Trump e Biden” (Elly Schlein, segretaria Pd, Corriere della sera, 6.2). Ma quindi si candida in America?

Mosche cocchiere. “Renzi: ‘Con questo Pd il governo Meloni dorme sereno’” (Libero, 7.2). Disse il noto oppositore mentre votava la riforma della giustizia del governo Meloni.

Sempre lucido/1. “Un lucido intellettuale come Carlo Galli sostiene da tempo che il M5S è l’erede dell’Uomo Qualunque di Guglielmo Giannini” (Stefano Folli, Repubblica, 7.2). Lo lustrano ogni mattina col Sidol.

Sempre lucido/2. “Paragonare Trump a Hitler: l’arma di Biden per rilanciarsi” (Domani, 18.1). Ideona vincente, se solo si ricordasse chi è Hitler.

 

Bei tempi. “Neppure Berlusconi aveva devastato la Rai, la Costituzione come il governo Meloni” (Beppe Giulietti, Foglio, 8.2). Quindi lo smemorato non è solo Biden.

M’hai detto un Prospero. “’Viva il guinzaglio!’: Travaglio e Belpietro ai piedi di Orbàn” (Michele Prospero, Unità, 7.2). Lo portano via.

Tutti fuori. “Schlein: ‘Più detenuti non vuol dire sicurezza’” (Unità, 9.2). Giusto: vuoi mettere la sicurezza di avere tutti i detenuti a piede libero.

Una prece. “Travaglio, mi fai schifo. Tu da questo momento non sarai più tranquillo di parlare contro di me perché ogni giorno parlerò contro di te. Sarà una persecuzione” (Vittorio Sgarbi, ex sottosegretario Cultura, 4.2). Brrr che paura.

Sempre Chiara. “Si potrebbe riflettere sul fatto che il libro, pensato e disegnato per essere aperto e riaperto e consultato anche a distanza di mesi, forse di anni, mal si concilia con uno studio che somiglia a un gioco a tappe – spesso macabro e infatti il disagio studentesco è forte – e non a un processo in cui c’è un titolo da conseguire ma soprattutto un metodo da acquisire e con esso, si spera, consapevolezza culturale. Si potrebbe riflettere che senza libri in comune, coi quali essere d’accordo o no, non ci si esercita e abitua ad avere e creare riferimenti comuni, direi alfabeti… Nessuno capisce niente all’inizio, poi si studia, si parla, si ascolta, ci si confronta, si osserva, si sbaglia. E certe volte non si capisce comunque” (Chiara Valerio, Repubblica, 8.2). Ma infatti.

Lanzichenecchi. “Una piccola storia ignobile che mi tocca raccontare, così solita e banale come tante. Cantava Guccini. Io invece mi siedo su un treno. Tre sedili dei quattro ordinari, sono già occupati. Al mio posto c’è un tovagliolo sporco, un tubo di Pringles e una bustina di carta. Piccola, forse conteneva un regalo. Verde scuro. Chiedo di chi sono le patatine e in tre mi rispondono erano già qui. Mi chiedo quale sia il senso del collettivo. Di chi lascia i propri resti in uno spazio comune e di chi si siede e resta in uno spazio comune pur di non alzarsi e buttarli, di chi li sposta dal proprio spazio per lasciarli nello spazio di un altro. Prima per sé e poi per gli altri. Erano già qui mi hanno ripetuto in coro e a quel punto ho detto E voi, anche a casa vostra, vivete nella spazzatatura (sic, ndr)? nessuno ha detto niente. La questione non è l’indignazione è una sofferenza logica. Perché stare scomodi quando si può stare comodi, perché non correggere una stortura? mistero” (Chiara Valerio, Instagram, 9.2). Sono bei problemi.

Esilio a Ventotene. “In quello spazio di sopravvivenza morale che rimane Rai3 intorno all’ora di cena, è tornato Pif” (Antonio Dipollina, Repubblica, 3.2). Ma va a ciapa’ i ratt.

Il titolo della settimana/1. “Orlando: ‘Se Conte corre per perdere lo dica’” (Manifesto, 3.2). Deve averlo scambiato per quel segretario del Pd sostenuto da Orlando, tale Letta.

Il titolo della settimana/2. “Michele Misseri esce dal carcere: vivrà nella villa del delitto” (Giornale, 31.1). Due settimane e ancora nessuno che l’abbia candidato alle Europee.

Il titolo della settimana/3. “Reggio Emilia, detenuto incappucciato e torturato: il video shock del pestaggio in carcere” (Repubblica, 10.2). Questo Orbàn non conosce vergogna.

Il titolo della settimana/4. “Il nuovo libro di Renzi”,“Prostamol, il più consigliato in farmacia” (Libero, pagina 10, 4.2). La seconda che hai detto.

 

Sorgente: Ma mi faccia il piacere – Il Fatto Quotidiano

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